Manifesti di CasaPound contro partigiani: "Terroristi, non martiri"

A Opicina (Trieste) l'evento per ricordare cinque antifascisti fucilati. L'ira di CasaPound: "Né vittime, né martiri, ma terroristi"

Manifesti di CasaPound contro partigiani: "Terroristi, non martiri"

Sono stati trovati questa mattina a Opicina, sul Carso Triestino, alcuni manifesti di CasaPound contro la commemorazione dei partigiani uccisi. Nel Parco della Pace (l'ex poligono di tiro gestito dall'Anpi locale) domani verranno commemorati i cinque antifascisti fucilati il 15 dicembre 1941, sulla base di una sentenza emessa da un Tribunale speciale.

Nei manifesti, firmati dal movimento di estrema destra, i cinque fucilati vengono definiti "terroristi, né vittime, né martiri". Come riporta l'agenzia Agi, la scoperta è stata fatta dagli agenti della Digos di Trieste che stavano effettuando alcuni controlli sul posto alla vigilia della cerimonia.

Sui manifesti si leggono i nomi dei cinque antifascisti sloveni (Pinko Tomazic, Viktor Bobko, Ivan Ivancic, Simon Kos e Ivan Vadnal) e i crimini a loro imputati dal Tribunale speciale fascista. Sotto una scritta: "Né vittime, né martiri".

"Quando, circa tre settimane fa, il Comune di Trieste ha deciso di affidare la gestione di questo spazio all'Associazione nazionale Partigiani d'Italia di Trieste abbiamo espresso tutte le nostre perplessità", ha dichiarato in una nota Francesco Clun, responsabile provinciale di CasaPound Italia. "Coloro di cui stiamo parlando - ha continuato - non erano vittime o martiri, ma solo terroristi. Erano individui che mettevano bombe in scuole ed asili, gente che non ha mai nascosto i propri piani di annessione della Venezia Giulia alla Jugoslavia, gente che ha più volte fatto attentati stragisti, gente che si è macchiata, con responsabilità più o meno dirette, della tragedia delle Foibe".

"Per questo - ha concluso Clun - abbiamo deciso di ricordare a tutti a chi è dedicato quel monumento e chi, ogni anno, l'Anpi, assieme ad esponenti politici locali, commemora. Era veramente necessario dare ulteriore spazio e visibilità a nostalgici filo titini e anti-italiani?".

Subito è arrivata la condanna del Partito Democratico. "L'estrema destra triestina dimostra di voler attuare una spregiudicata strategia della tensione, cercando di ostacolare il processo di pacificazione grazie al quale si sono rimarginate le molteplici ferite del passato. Questi atteggiamenti irresponsabili ci convincono che tale percorso deve continuare nel solco di una pacifica e rispettosa convivenza tra i popoli che abitano queste terre. Certamente non sarà un gruppo di esagitati, che perseverano nell'offensivo negazionismo delle più che ventennali violenze fasciste inflitte alle genti di queste terre, a fermare la profonda e convinta volontà di pacificazione", hanno tuonato dalla Segreteria del Pd provinciale di Trieste che ha invitato la cittadinanza a partecipare alla commemorazione.


Anche l'Anpi si è scagliata subito contro i manifesti apparsi a Opicina.

"L'Anpi Vzpi di Trieste, assieme all'Anpi nazionale, richiede lo scioglimento di CasaPound Italia in quanto organizzazione fascista e la contestuale ed immediata rimozione degli oltraggiosi manifesti", ha scritto su Facebook Fabio Vallon, presidente del comitato provinciale Anpi Vzpi di Trieste. "I manifesti affissi illegittimamente rappresentano un atto gravissimo, che riteniamo possa configurarsi come apologia del fascismo".

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