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La manovra bocciata dai servizi tecnici di Camera e Senato. Enel: il canone Rai si pagherà in 5 rate e dalla primavera

I tecnici del servizio Bilancio di Camera e Senato hanno messo in evidenza diverse magagne. Alcune potrebbero avere un effetto sui cittadini

Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan
Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan

Roma - Ancora problemi per la legge di Stabilità, ora all'esame della Camera dei deputati. La versione uscita dalla Commissione Bilancio del Senato, con tanto di maxiemendamento del governo, è passata al vaglio dei tecnici del servizio Bilancio di Camera e Senato, che hanno messo in evidenza diverse magagne. Alcune delle quali potrebbero avere un effetto sui cittadini. Il pagamento del canone Rai spalmato in «dieci rate», ad esempio. Presenta una serie di problemi di tipo contabile. Le entrate arriveranno più tardi rispetto a ora (i primi due mesi dell'anno). «Possono determinarsi effetti negativi in termini di cassa» a causa dello «sfasamento temporale tra il versamento alla Rai delle somme già appostate in bilancio e l'effettivo incasso delle rate dei canoni». Problemi ben presenti al governo, insieme a quello macroscopico della contraddizione tra le dieci rate previste dall'emendamento e il fatto che le bollette delle compagnie di vendita di energia elettrica, alle quali sarà affidata la riscossione del canone, sono sei all'anno.

La soluzione l'ha indicata ieri l'amministratore delegato di Enel Francesco Starace alla trasmissione Virus di Raidue: il canone Rai arriverà probabilmente «nelle bollette Enel della primavera, verso aprile-maggio» e dovrebbe essere «in cinque rate» bimestrali. È comunque da escludere, risponde a una domanda, che Enel possa staccare la luce a chi ritiene di non dover pagare il canone Rai.

L'altra novità, negativa per le famiglie, è che le modifiche introdotte sulla tassazione degli immobili concessi in comodato d'uso ai figli, potrebbero essere paradossalmente svantaggiose. «Le condizioni poste dalle nuove norme» sull'equiparazione delle case date in comodato a figli o genitori a prime case, «appaiono più stringenti di quanto previsto a legislazione vigente e, dunque, sembrano ridurre la platea dei potenziali destinatari dell'agevolazione». I tecnici di Camera e Senato hanno anche osservato che da ottobre 2014 a settembre 2015 sono state introdotte 11 nuove agevolazioni fiscali.

Il governo avrebbe dovuto ridurle.

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