Maria Elena azzoppata al culmine della rimonta

Fallisce la rinascita perfetta avviata dopo il flop del 4 dicembre tra post e missioni

Maria Elena azzoppata al culmine della rimonta

Che sfortuna, povera «Mariaele». Proprio adesso che la Boschi si stava duramente riconquistando un briciolo di credibilità, dopo averla definitivamente persa la sera del 4 dicembre quando, a seguito della vittoria del No al referendum costituzionale, non si era ritirata dalla politica come da lei stessa strombazzato a reti unificate (in coro con Matteo Renzi) in un anno di campagna elettorale. Proprio adesso che stava andando tutto bene, che il suo Matteo era tornato alla guida del Pd e lei si trovava al culmine della rimonta, potentissima e intoccabile badante del governo Gentiloni, arriva il siluro De Bortoli a sconquassargli i piani. Difficile sotterrare gli errori del passato quando si sono lasciate in giro così tante tracce. Ed ecco che il fantasma Etruria torna a tormentare ancora i suoi sogni di gloria.

«Peccato. Avevamo immaginato un altro risveglio: istituzioni più semplici in Italia, paese più forte in Europa. Non è andata così. Ha vinto il no, punto. Adesso al lavoro per servire le Istituzioni», aveva postato il 5 dicembre 2016 su Facebook (il diario politico della Boschi), già certa di rientrare dalla finestra del governo successivo. Poi silenzio tombale (ad eccezione di una manciata di post) fino al 6 marzo, giorno della (seppur ancor tiepida) rinascita della sottosegretaria. Mandato via l'addetto stampa vecchio, assunta un'agenzia nuova, era pronta per il rilancio mediatico, incurante delle promesse fatte, che le avrebbe assicurato un futuro politico tutto a colori.

L'8 marzo la rivediamo (sempre feisbuc parlando), pantalone grigio largo e camicetta di raso beige, sorridente al Quirinale per la festa delle donne. L'11 sul palco del Lingotto, il 15 a parlare nientedimeno che all'Onu a New York e insieme al sindaco Bill de Blasio. E poi via via, il 17 al congresso dei FutureDem, il 21 con le scuole per parlare di Apartheid (è competente davvero su tutto).

Commenta qualsiasi notizia le passi sotto tiro, dagli sbarchi degli immigrati, al maestro Riccardo Muti che si esibisce a Firenze, da Gessica Notaro sfregiata con l'acido dall'ex fidanzato, a Kathrine Switzer, la maratoneta discriminata a Boston 50 anni fa. Senza mai abbandonare un po' di sana campagna elettorale dalla Lombardia alla Puglia, per l'elezione di Renzi segretario. Dal 1° aprile (ma non è un pesce) spunta, infatti, alla fine di ogni post anche l'hashtag #avanti. Il 2 si fa fotografare con la zappa in mano, per l'«Orto condiviso», in favore dell'autismo. E poi un convegno sulla disabilità il 3, una capatina al Salone del Mobile il 4, con la Protezione civile il 5, in tailleur color lilla al «W7 Forum on inequality and sustainable growth» l'8, in tailleur color nero sul palco d'onore per la festa della Polizia il 10. Il 14 aprile si fa difensore di Laura Boldrini alla quale hanno offeso la sorella morta.

E dopo Pasqua è un'esplosione di presenze: le foto in posa fioccano. Lei in riunione a Palazzo Chigi per lo sviluppo infrastrutturale del Paese il 19 aprile, il 20 in conferenza stampa con Fabrizio Frizzi per «Diamo un calcio alle discriminazioni». Inaugura scuole, campi di calcio e centri antiviolenze e, il 22 aprile, si autonomina madrina del G7 di Taormina con il caschetto giallo in testa. Si commuove per le parole del compagno di Xavier, il poliziotto ucciso dall'Isis a Parigi. È relatrice alla Pontificia Università Lateranense il 27 aprile e il 30 gongola con la scheda delle primarie in mano mentre vota Matteo.

Il 4 maggio è con il premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi e il 6 bacia Elena Farina la donna stalkerizzata dall'ex marito. Fino a ieri alla presentazione del libro su «ItaliaSicura».

Ma è un altro il libro che ora la preoccupa.

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