Marino insegna a Francesco che cosa deve dire il Papa

La folle giornata del sindaco: bacchetta Bergoglio, deride Gabrielli («la mia badante») e viene denunciato da Marchini

V a in tv per cercare di smorzare le polemiche sulla figuraccia mondiale fatta dopo che Papa Francesco lo aveva sbugiardato sul viaggio negli States e ne combina un'altra delle sue.

Non fa retromarcia, il sindaco Marino. Non spiega, non si scusa, neppure per i 15mila euro che il Campidoglio ha anticipato per un viaggio che, a suo dire, non sarebbe dovuto costare un euro ai romani. Piuttosto attacca. Bacchetta il Pontefice che alla domanda di un giornalista aveva risposto che non era stato lui ad invitare Marino a Philadelphia all'incontro mondiale delle famiglie. E gli spiega cosa invece avrebbe dovuto dire in quella circostanza. «Se l'avessero fatta a me - spiega a UnoMattina - avrei detto: “Non è questo lo scopo del viaggio e della conferenza stampa”». Invece Papa Bergoglio che fa? Non si tira indietro e risponde con la sua solita spontaneità, spiazzando tutti, anche per quel «è chiaro?» finale con il quale piuttosto sembra aver voluto sottolineare la sua irritazione per essersi ritrovato in prima fila, ad un evento sulla famiglia, la fascia tricolore del sindaco che lo scorso marzo aveva trascritto in Comune sedici nozze gay. Ma lui no. A quella domanda insidiosa Marino non avrebbe risposto. Che c'entrava, si chiede, con i «discorsi epocali» sul ruolo della donna nella Chiesa, sui cambiamenti climatici e sul dramma delle armi? Parla così in televisione, aggiungendo polemiche a polemiche. Alfio Marchini ascolta e quasi non crede a quel che sente: «Ebbene, il sindaco palombaro (o forse sarebbe meglio dire pallonaro) non solo non chiede scusa per il disastro che ha combinato ma ora si permette pure di spiegare al Papa come avrebbe dovuto rispondere». L'ennesima miccia, che l'ufficio stampa cerca come può di smorzare: «Nessuna polemica con il Papa, ogni lettura diversa è chiaramente strumentale». Persino il presidente del Pd Matteo Orfini dice basta alle polemiche. E per la prima volta non è tenero con il sindaco: «Abbiamo bisogno che Roma svolga la funzione di Capitale d'Italia. Marino è stato eletto per guidare la città e lo deve fare meglio di come ha fatto finora». Parlando del viaggio in America il sindaco - già smascherato dal consigliere comunale Alessandro Onorato, della Lista Marchini, che azzarda nei suoi confronti un'ipotesi di peculato - per la prima volta ammette che parte delle spese del suo staff le ha pagate il Campidoglio. Anche se non è chiaro cosa ci facessero il consigliere diplomatico e il capo del cerimoniale (nella sua prima missione all'estero in sette anni) in una trasferta a caccia di finanziamenti. Sarà anche costato caro ai contribuenti questo benedetto viaggio, ma pare che abbia dato i suoi frutti. Almeno è quello che racconta Marino a Piazzapulita : «Ho portato una grande mostra che stava in un museo americano e forse un'altra. E ho una promessa di alcuni mecenati per una donazione al nostro patrimonio archeologico tra i due e i cinque milioni di euro». Sarà. Per il momento ci accontentiamo di vedere, da stamattina online sul sito del Comune, tutti gli scontrini di due anni e mezzo di viaggi. «Ho speso una media di 773 euro al mese», tranquillizza il primo cittadino. Che intanto dovrà vedersela con gli avvocati di Marchini, ai quali il suo ex sfidante ha affidato l'incarico di avviare un'azione legale di risarcimento danni per averlo tirato in ballo parlando dell'arresto per Mafia Capitale di Francesco Ferrara, che aveva fatto parte del suo comitato elettorale prima di tornare nel Pd («Le vicende per le quali è indagato riguardano il Comune, non certo il sottoscritto»). Ma anche quando non si parla di viaggi le parole di Marino sono destinate a far notizia. Come la battuta, accolta dal gelo della sala all'assemblea dell'Acer, con la quale ieri il sindaco ha preso la parola dopo l'intervento del prefetto: «Ringrazio la mia badante, Franco Gabrielli». Di certo Marino va avanti per la sua strada. Nulla sembra scalfire le sue certezze. Anzi: «Farò il sindaco fino al 2023», assicura.

L'intervista-tranello de La Zanzara a monsignor Paglia, durante la quale il prelato ha confessato l'irritazione del Pontefice nei confronti del sindaco-imbucato, è intanto finita nel mirino dell'Ordine dei giornalisti del Lazio.

di Patricia Tagliaferri

Roma

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