La Croce rossa ieri ha gettato la spugna. È stato impossibile procedere all'evacuazione di Mariupol. Oggi verrà fatto un nuovo tentativo, sperando nella «clemenza» dei russi, che sparano sui bus e saccheggiano i convogli. Al momento sono poco più di 2mila i civili che hanno potuto abbandonare ciò che resta di una località di fatto rasa al suolo da un mese di pesanti bombardamenti. Sono tutte persone che hanno utilizzato mezzi privati per percorrere i 200 km che separano la località portuale a Zaporizhzhia. Viaggi che hanno le sembianze di una roulette russa (in tutti i sensi) e che sono stati sconsigliati dal sindaco Boichenko: «La città rimane chiusa all'ingresso ed è molto pericoloso uscire con i trasporti personali. Gli invasori sparano a vista». Le forze russe hanno impedito già da giovedì che anche la più piccola quantità di forniture umanitarie raggiungesse i residenti intrappolati, chiarendo che un corridoio umanitario pianificato non è stato aperto. Alcuni degli autobus, fanno sapere dalla Croce rossa, sono stati saccheggiati dai soldati di Mosca. Quattordici tonnellate di cibo e medicinali destinati ai civili di Melitopol, a metà fra Mariupol e la Crimea, sarebbero stati confiscati. Lo conferma la vice premier Iryna Vereshchuk. Gli aiuti erano stati trasportati da pullman e messi a disposizione per evacuare i civili verso Zaporizhzhia, dove è avvenuto invece uno scambio di prigionieri.
A Nord, Chernihiv continua a essere una delle località più bersagliate dagli invasori. Ieri alcuni missili hanno colpito l'ospedale regionale e uno degli edifici, quello dell'unità oncologica, è stato completamente distrutto. Tre persone hanno riportato gravi ferite. Alexander Zayka, direttore del nosocomio, parla di 22 pazienti che erano stati da poco sottoposti a intervento chirurgico. «Non so quanti ne sopravviveranno. Hanno dovuto lasciare la struttura pur avendo bisogno di una costante supervisione medica». Nella stessa zona le forze ucraine hanno ripreso il controllo dei villaggi di Sloboda e Lukashivka. Ai residenti viene però chiesto di non rientrare, tutta l'area dovrà essere prima bonificata dalle mine anti-uomo. Nel villaggio di Novy Bykiv, fa sapere il ministero della Difesa, i soldati per coprirsi la fuga non hanno esitato a prendere in ostaggio alcuni bambini. «L'esercito russo sta cercando di trasformare Chernihiv in una seconda Mariupol», ha affermato durante un briefing Oleksiy Arestovych, consigliere del presidente Zelensky.
Pesanti bombardamenti hanno interessato parecchie città nella regione di Lugansk. Tra le località colpite, ci sono Severodonetsk, Rubizhne, Lysychansk, Kreminna e Ivanivka. Due persone sono morte a Severodonetsk, alcuni abitanti di Lysychansk e Toshkivka sono stati feriti e 4 civili sono stati estratti vivi dalle macerie. Nella regione una trentina di insediamenti restano senza gas ed elettricità. Nella medesima area, i soldati di Mosca hanno sparato contro un autobus che stava evacuando civili da Lysychansk. Per fortuna ci sono solo feriti lievi. A Donetsk durante i combattimenti ha perso la vita anche il giornalista Andrei Babitsky, veterano della guerra cecena. E a Kharkiv l'università nazionale di Karazin è stata «completamente distrutta» dagli attacchi aerei dell'esercito russo.
Nel Sud, tre missili da crociera hanno colpito Odessa. L'ha rivelato Serhii Bratchuk, dell'amministrazione militare regionale, spiegando che si tratta di razzi 3M-54 Kalibr, che sono in grado di cambiare traiettoria più volte durante il volo e sono quindi difficili da intercettare. Ci sarebbero almeno 7 morti. Nella vicina Kherson, dove è stato arrestato il sindaco di Kakhovka, le forze armate ucraine hanno liberato 11 villaggi. La popolazione può ora ricevere aiuti in cibo e medicinali.
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