Guerra in Ucraina

Mariupol, strage continua. Un ospedale in ostaggio

Le immagini di Mariupol sono come un virus di cui faremo fatica a liberarci

Mariupol, strage continua. Un ospedale in ostaggio

Le immagini di Mariupol sono come un virus di cui faremo fatica a liberarci. All'orrore, dopo 15 giorni di assedio, se ne aggiunge altro e non sembra esserci limite nella discesa agli inferi. Ieri ancora una volta la città portuale ucraina è stata sfregiata. Le truppe russe hanno preso in ostaggio il personale e i pazienti dell'ospedale regionale di terapia intensiva. I soldati considerano la struttura bottino di guerra, ma anche fortino per rispondere al fuoco delle truppe ucraine. Alcune persone che hanno tentato di fuggire sono state ferite. Le case intorno sono in fiamme. I russi hanno costretto oltre 400 persone che erano nelle vicinanze a entrare nel nosocomio per diventare scudi umani dell'ennesimo vile attacco.

A Mariupol le forze ucraine sarebbero riuscite a respingere l'avanzata russa. Lo riferisce lo Stato maggiore di Kiev, rivelando che sono stati uccisi circa 150 militari della 22a brigata speciale e distrutti tre carri armati e diversi mezzi corazzati. L'artiglieria e il fuoco aereo ucraino avrebbe anche colpito una colonna in avvicinamento sulla città. Le truppe del comandante Valery Zaluzhny celebrano le loro vittorie, ma sono 2.357 i civili rimasti uccisi nella città sudorientale. Il consigliere del sindaco, Petro Andriushchenko, definisce la situazione «disumana. Non c'è cibo, acqua, luce e riscaldamento. Se qualcuno non ci tira fuori da questo inferno arriveremo in pochi giorni a 20mila morti». Mariupol conta 540mila residenti, 170mila sono state evacuati, ieri hanno lasciato la città altre 20mila persone. Gli altri sono bloccati negli scantinati e nei rifugi in condizioni disumane. A far paura non sono soltanto le bombe russe, ma l'assenza di viveri e di medicinali. Le poche cose che riescono ad arrivare tramite i fragili corridoi umanitari, stoppati a Berdyansk, diventano motivo di un contenzioso spesso violento tra gli stessi rifugiati.

Si soffre e si combatte anche in altre aree del Paese. I due missili che a Rivne (Nord Ovest) avevano distrutto domenica la torre della tv hanno provocato 20 morti e 9 feriti. A Dnipro, nell'Est, un bombardamento che è andato avanti per tutta la notte ha distrutto l'aeroporto. Sempre a Est 4 persone sono rimaste uccise durante il lancio di missili a Rubezhnoye, nella regione del Lugansk. I russi hanno distrutto un collegio per non vedenti, un ospedale cittadino, tre scuole e altre strutture militari. E siccome anche tra le macerie può nascere un fiore, nelle stesse ore, nel seminterrato, è venuta alla luce Vasiliska. La sua foto sta facendo il giro dei social.

Il portavoce del ministero della Difesa russo Igor Konashenkov ha affermato che Mosca ha preso il pieno controllo di tutto il territorio nella regione meridionale di Kherson. I soldati hanno abbattuto sei droni Bayraktar TB-2 nelle ultime 24 ore. In Polissia non sono riusciti però a sfondare la difesa ucraina verso la città di Makarov. Nella Severshchyna, gli invasori stanno progettando di riprendere l'attacco a Chernihiv, ma a preoccupare è Odessa: 14 navi nemiche, guidate dall'incrociatore Glory Moscow, si sono avvicinate pericolosamente alle coste. Tra loro due navi da sbarco classe Alligator e una potente imbarcazione dotata di equipaggiamento missilistico.

La calma è invece spettrale a Leopoli e in tutta la regione di Volinia, sul confine con la Polonia.

Secondo quanto affermato dal capo dei servizi di sicurezza Kiev, Ivan Bakanov, truppe russe e bielorusse si starebbero organizzando per un'avanzata o un attacco missilistico che verrebbe compiuto già nella giornata odierna.

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