Con la mascherina sempre, tranne in casa. Anzi, «anche in casa quando si ricevono ospiti o parenti non conviventi». Almeno così raccomanda il premier Giuseppe Conte. Perché serve attenzione pure in famiglia. «Se ci sono persone anziane proteggiamole, se riceviamo amici e conoscenti stiamo attenti perché sono quelle le occasioni in cui più si diffonde il contagio», insiste il presidente del Consiglio. «Portarla sia al chiuso sia all'aperto è fondamentale», ribadisce il ministro della Salute, Roberto Speranza. Da oggi la dovremo avere sul viso, a barriera dei micidiali droplet messi in circolo anche dagli ignari asintomatici, non solo all'aria ma in tutti i luoghi chiusi. E chi viola l'obbligo rischia multe fino al mille euro.
È la stretta ulteriore decisa dal Consiglio dei ministri nel nuovo decreto legge anti-Covid che introduce misure urgenti connesse con la proroga dello stato di emergenza. «Questa misura eleva un più alto livello di precauzione per non tornare alla fase del lockdown», spiega Conte. Ore e ore in ufficio con naso e bocca coperti, anche nei locali non accessibili al pubblico, dunque. La crescita dei contagi non si arresta e per invertire la tendenza il governo stabilisce divieti più rigorosi. Non ci saranno chiusure anticipate di bar e ristoranti, come ipotizzato in un primo momento, ma l'obbligo di portare la mascherina ovunque. Finora al chiuso era necessario portarla solo nelle zone aperte al pubblico. Ora, praticamente, solo nelle abitazioni private è possibile dimenticarsene. Al di fuori è obbligatoria, ad eccezione dei casi in cui «per le caratteristiche dei luoghi o per le circostanze di fatto, sia garantita in modo continuativo la condizione di isolamento rispetto a persone non conviventi». Il che vuol dire che si può togliere per passeggiare in campagna, in un bosco o su una spiaggia deserta, per fare sport, per viaggiare in auto da soli o con i conviventi, ma va indossata per strada, al parco in presenza di altre persone, mentre si aspetta l'autobus e ovunque si possa potenzialmente incrociare qualcun altro. Di fatto, quindi, non basterà controllare che momentaneamente non ci siano altri vicino (conviventi esclusi), ma ci si dovrà assicurare che le condizioni di isolamento siano oggettive e non momentanee. «Faranno eccezione i bambini di età inferiore ai 6 anni, chi svolge attività sportiva e chi per motivi di salute ha difficoltà respiratorie», spiega il premier. Nei luoghi di lavoro continuano ad applicarsi i vigenti protocolli e linee-guida anti-contagio. Lo stesso vale per il consumo di cibi e bevande. E questa volta, se le Regioni vorranno fare di testa propria, potranno soltanto adottare provvedimenti più restrittivi. Come previsto dal decreto.
Per Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute, «se per due settimane di seguito tutti mettessero la protezione sul viso si contribuirebbe in maniera importante a ridurre il contagio». La nuova misura spaventa chi dovrà lavorare tutto il giorno, al chiuso, con bocca e naso coperti. Preoccupazione infondate per il professore Luca Richeldi, pneumologo del Policlinico Gemelli e membro del Cts: «A parte un minimo di fastidio - spiega - la mascherina nei luoghi chiusi non è un elemento che causa particolari problemi, se non si hanno complicazioni respiratorie.
E poi, se una persona vuole avere un attimo di distacco si può allontanare dai colleghi, andando magari all'aperto, sempre facendo attenzione al distanziamento interpersonale. Le protezioni sul viso sono un di più utile quando non si possono mantenere le distanze e in questa fase è fondamentale rispettare le regole».
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