Roma - Irritato, infastidito, anche un po' raffreddato. Insomma, Sergio Mattarella non è del suo umore migliore. Un colpo di vento, l'altro giorno a Bari durante la messa del Papa, gli ha provocato un abbassamento di voce e qualche linea di febbre, così ieri è stato costretto a cancellare la visita a Sassari per l'apertura dell'anno accademico. «Una lieve e banale indisposizione», precisano dal Colle a scanso di equivoci. Ma a preoccuparlo è l'altra malattia, quella che sta affliggendo il Paese. Non tanto per l'aspetto medico: dal capo dello Stato c'è «totale fiducia» nei confronti del Sistema sanitario nazionale «in grado di reggere l'emergenza». Quanto per i disagi e i contraccolpi secondari del coronavirus: treni in tilt, Italia spezzata in due, città deserte, crolli in Borsa, paura.
La vita degli italiani sta cambiando. È un periodo difficile, che passerà, ma che intanto, secondo il capo dello Stato, dobbiamo affrontare con «responsabilità e unità». L'appello di sabato alle forze politiche aveva proprio questo significato: mettiamo da parte le polemiche e collaboriamo tutti con il governo e le Regioni, non è davvero il momento di litigare. E per essere equidistante, oltre ai medici, i militari, i volontari e gli infermieri, aveva elogiato sia il ministero della Salute che le Regioni amministrate dal centrodestra. L'invito del presidente è sostanzialmente andato a buon fine, maggioranza e opposizione hanno abbassato i toni, le prime critiche alla gestione dell'epidemia si sono spente, Berlusconi ha approvato gli sforzi di Conte, Meloni ha offerto assistenza, persino Salvini ha annacquato i suoi interventi.
Ma adesso la pax istituzionale, la santa alleanza contro il coronavirus sta mostrando le prime crepe. E mentre Maria Teresa Baldini (Fdi) compare a Montecitorio esibendo la mascherina, nell'aula scoppia la bagarre sulle intercettazioni: la Lega fa ostruzionismo e vuole che si discuta prima dell'epidemia, i giallorossi forzano la mano, la tregua dell'epidemia lascia il campo a nuovi, vecchi scontri. Al Quirinale non sono molto contenti.
Che farà Mattarella, preparerà un secondo appello? «Al momento» un altro intervento non è previsto: il capo dello Stato, spiegano, si tiene continuamente informato sulla situazione, «poi si vedrà». Dipenderà ovviamente dall'evoluzione del contagio e dalla velocità con cui si riuscirà a contenere l'emergenza. Però la linea del Colle, appoggio discreto all'esecutivo ma con iniziative autonome e talvolta divergenti, non cambia. Lo abbiamo visto nelle settimane scorse, quando, dopo la decisione di Palazzo Chigi di bloccare i voli con la Cina, il presidente ha dovuto controbilanciare la mossa con un paziente lavoro di ricucitura diplomatica.
Un messaggio a XI Jinping, una serie di visite alla scuole multietniche di Roma con tanto di foto con i bambini cinesi, un concerto nella Cappella Paolina al Quirinale quindici giorni fa con la pianista Jin Ju. Una volta sistemato il fronte estero, si è però aperto quello interno, con la popolazione sull'orlo di una crisi d panico. Da qui l'invito a mantenere i nervi saldi, sperando che presto arrivi qualche buona notizia.
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