Mattarella e i due eroi contemporanei: medaglia d'oro a Willy e don Malgesini

"Luminosi esempi per le generazioni di altruismo e fratellanza"

Mattarella e i due eroi contemporanei: medaglia d'oro a Willy e don Malgesini

Due eroi moderni, due stelle che non ci più. Ieri il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato, su proposta del ministro dell'Interno, il decreto di conferimento della medaglia d'oro al Valor Civile alla memoria del Willy Monteiro Duarte e Don Roberto Malgesini.

«Willy con eccezionale slancio altruistico e straordinaria determinazione - si legge nella motivazione - dando prova di spiccata sensibilità e di attenzione ai bisogni del prossimo, interveniva in difesa di un amico in difficoltà, cercando di favorire la soluzione pacifica di un'accesa discussione. Mentre si prodigava in questa sua meritoria azione di alto valore civico, veniva colpito da alcuni soggetti sopraggiunti che cominciavano ad infierire ripetutamente nei suoi confronti con inaudita violenza e continuavano a percuoterlo anche quando cadeva a terra privo di sensi, fino a fargli perdere tragicamente la vita».

A Paliano tutti conoscevano il giovane di origini capoverdiane per la faccia da bravo ragazzo e il cuore immenso. Ha fatto un gesto che pochi avrebbero fatto e Mattarella lo ricorda come «luminoso esempio, anche per le giovani generazioni, di generosità, altruismo, coraggio e non comune senso civico, spinti fino all'estremo sacrificio». È già passato un mese da quando è stato ucciso dai quattro spacconi picchiatori, Marco e Gabriele Bianchi, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia, a Colleferro per la loro violenza e la vita dei ricchi che facevano, chiedevano poi il sussidio allo Stato. «Un mese senza di te amore mio, senza i tuoi scherzi, senza le tue coccole, senza il tuo sorriso, senza le tue prese in giro, senza i tuoi occhioni - ha scritto ieri su Facebook Milena, la sorella della vittima -. Un mese senza la mia metà, la mia roccia, la spalla su cui piangere. Un mese senza di te, fratellone mio. Spero almeno che il tuo sacrificio serva a far capire alla gente che con la violenza non si risolve nulla, che la violenza serve solo a farci rimanere in un mondo che non si evolverà mai, che se si ha bisogno di sfogarsi, di dare cazzotti e calci ci sono sacchi da box e che ammazzare di botte una persona è un gesto associato a un mostro e non a una persona».

Medaglia d'oro anche a Don Malgesini, il «prete degli ultimi» di Como, che ogni mattina portava la colazione ai poveri ed è stato ucciso da un tunisino irregolare, Mahmoudi Ridha, convinto di essere al centro di un complotto per mandarlo via dall'Italia. «Con generosa e instancabile abnegazione si è sempre prodigato, quale autentico interprete dei valori di solidarietà umana, nella cura degli ultimi e delle loro fragilità, offrendo amorevole accoglienza e incessante sostegno - ha scritto il Presidente della Repubblica -.

Mentre era intento a portare gli aiuti quotidiani ai bisognosi, veniva brutalmente e proditoriamente colpito con numerosi fendenti, fino a perdere tragicamente la vita, da un uomo al quale aveva sempre dato piena assistenza e pieno sostentamento. Luminoso esempio di uno straordinario messaggio di fratellanza e di un eccezionale impegno cristiano al servizio della Chiesa e della società civile, spinti fino all'estremo sacrificio».

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