Colle, dem e Renzi: pressing sul premier. E lui apre (a parole) il dialogo con Fi

Una maggioranza allargata? Pd e renziani tirano per la giacca Forza Italia. Ma Palazzo Chigi frena. Silvio Berlusconi apre sullo scostamento di bilancio e fissa le sue condizioni

Colle, dem e Renzi: pressing sul premier. E lui apre (a parole) il dialogo con Fi

Una maggioranza allargata? Pd e renziani tirano per la giacca Forza Italia. Ma Palazzo Chigi frena. Silvio Berlusconi apre sullo scostamento di bilancio e fissa le sue condizioni: «Forza Italia è disposta a valutare il voto favorevole allo scostamento di bilancio e a migliorare con le proprie proposte per l'Italia una legge di bilancio minimalista, vecchia e inadeguata. A fronte di questo chiediamo però risposte efficaci all'emergenza sanitaria, all'emergenza economica, all'emergenza burocratica». Il primo paletto: «È necessario l'utilizzo immediato del Mes per potenziare le strutture ospedaliere e meglio retribuire il personale sanitario, ma anche per preparare la rete di distribuzione e di somministrazione del vaccino, appena sarà disponibile. A tal fine Forza Italia darà vita ad una raccolta di firme in rete per chiedere al governo di superare ogni esitazione». E poi la seconda richiesta, per il via libera allo scostamento: «In materia economica riteniamo indispensabile un vero e proprio anno bianco fiscale», chiede il cavaliere. Due condizioni e una premessa: sì alla collaborazione, no a un appoggio organico al governo Conte. In mattinata, Berlusconi, intervenendo alla conferenza stampa sulle controproposte di Fi alla legge di Bilancio, era stato chiaro: «Forza Italia è una forza di opposizione e tale vuole rimanere, ma il senso di responsabilità ci impone di comportarci in un altro modo, per questo accogliamo in pieno l'appello alla collaborazione del presidente della Repubblica».

Da Conte arriva l'apertura, dopo l'appello di due giorni fa del Capo dello Stato Sergio Mattarella. Ma è una mano tesa solo a parole: «Il presidente del Consiglio ha già dichiarato pubblicamente, nella sede ufficiale del Parlamento, di tenere aperto un tavolo di confronto con le opposizioni. Più specificamente ha dato mandato ai capi delegazione di coinvolgere i capigruppo al fine di verificare la disponibilità a stabilire un percorso di dialogo e collaborazione con Forza Italia, in ragione della dichiarata disponibilità di questa forza politica, ad aprire a un dialogo costruttivo», riferiscono fonti di palazzo Chigi. «Il mandato - viene spiegato - non è per esplorare un allargamento della maggioranza o per pervenire a un accordo politico che prefiguri una commistione di ruoli; come preannunciato del resto da Forza Italia, si sta esplorando la possibilità che si possa dialogare sui contenuti della manovra economica e sullo scostamento che prefigura nuove misure di sostegno, non certo su una riorganizzazione del perimetro delle forze che sostengono il governo. La maggioranza è ben salda, ma se una forza di opposizione, in considerazione delle difficoltà che il Paese sta attraversando, vuole offrire un contributo costruttivo per il bene del Paese, sarebbe irragionevole non dialogare». Nessun cenno al Mes e al taglio delle tasse richieste dal leader di Forza Italia. Mentre il vicepresidente di Fi Antonio Tajani avverte: «Conte dialoghi con tutto il centrodestra».

Se Matteo Renzi parla di «novità politica», lo stop arriva del ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D'Incà: «La maggioranza si può allargare come dice Matteo Renzi? Per fare cosa». In casa Lega si muove Matteo Salvini che ieri ha incontrato il presidente di Confindustria Carlo Bonomi. Due ore di colloquio per parlare di taglio dell'Iva e dell'Irap, di sostegno alle imprese, di investimenti su scuola, formazione, ricerca e tecnologia. Sull'agenda del segretario del Carroccio si conta inoltre di fissare a breve altri appuntamenti. L'auspicio - filtra da via Bellerio- è quello di aprire un confronto sereno anche con Maurizio Landini, segretario della Cgil. Per questo non c'è più tempo da perdere, serve insomma passare all'azione.

Una mossa che non sarebbe stata completamente condivisa con gli alleati, soprattutto quella di mettere in atto un «governo ombra», già utilizzato in passato e che non ha mai dato frutti. Da Forza Italia si bolla il cammino intrapreso dal leghista come fallimentare e da Arcore assicurano che Silvio Berlusconi se ne tirerebbe fuori.

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