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Matteo Salvini: "La Lega non appoggia la leadership di Parisi"

"Io Parisi l'ho sostenuto, ma un sindaco deve far funzionale le metropolitane, le strade, sistemare le case popolari. Discorso diverso per alleanze"

Matteo Salvini: "La Lega non appoggia la leadership di Parisi"

"Io Parisi l'ho sostenuto, ma un sindaco deve far funzionale le metropolitane, le strade, sistemare le case popolari. Altra cosa è riproporre un'alleanza, una marmellata, un fritto misto che a livello nazionale a dimostrato di non poter funzionare". Matteo Salvini boccia in diretta tv su Radio Padania, l'uomo a cui Silvio Berlusconi ha affidato le chiavi del partito per un progetto di rilancio, finalizzato anche a rianimare l'alleanza di centro destra in vista delle elezioni politiche.

"Se qualcuno pensa di coinvolgere me - ha continuato Salvini - o la Lega in un'alleanza con Verdini, Alfano, Cicchitto, Tosi, Passera ecc. ha sbagliato indirizzo. Per me il discrimine della prossima alleanza sarà la politica estera: chi vuole la Merkel, difende a spada tratta l'euro o tifa Hillary Clinton non può stare con la Lega. Se Parisi è un riorganizzatore di Fi va bene ma se qualcuno pensa di farlo digerire alla Lega alleanze indigeste, io non ci sto". "In questo momento non si capisce bene chi comanda in Fi - ha proseguito il segretario della Lega Nord, riferendosi all'investitura che Berlusconi ha dato a Parisi e a quanto seguito possa avere nel partito - aspetto prima di dare un giudizio. Berlusconi è tanto che non lo sento. Il discrimine non è tra liberali e lepenisti, moderati e estremisti ma tra uomini liberi e servi e, i servi, in questo momento, ci sono sia a destra che a sinistra". "Se Parisi in qualche modo è il continuatore in Italia dell'asse Merkel-Bce-euro, con noi non avrà nulla a che fare. Io non sono un moderato ma non sono nemmeno inginocchiato o rassegnato - ha concluso Salvini - e preferisco fare una battaglia fianco di chi vuole recuperare sovranità, identità e libertà". E alla Lega ha risposto Angelino Alfano: "Salvini chiude su Parisi? Dal mio punto di vista è una dichiarazione positiva che mi sembri agevoli il nostro progetto di unire i moderati. Sembrano nascere delle nuove condizioni per creare un'importante aggregazione dei liberali, dei moderati, e dei popolari italiani.

La questione è intendersi sul programma, sulla denominazione del partito (nessuno di coloro che contribuisce al nuovo soggetto può imporre il proprio nome), e il metodo dell'indicazione della leadership che per me, quando ero nel Pdl, dovrebbe essere quello delle primarie".

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