Cronache

Maturità, uno studente su due non sa che cosa sceglierà dopo

Per i ragazzi nati nel 2000 il futuro è solo un'incognita. Scatta l'incubo tema: D'Annunzio è l'autore più temuto

Maturità, uno studente su due non sa che cosa sceglierà dopo

I ragazzi del 2000 e l'incognita su un futuro tutto da inventare. Sono maturi a sufficienza per affrontare l'esame ma non abbastanza per decidere che cosa fare da grandi. La generazione che per la prima volta nella storia dell'umanità ha la data di nascita che inizia con un 2 si prepara ad affrontare la Maturità. Il temuto rito di passaggio che segna simbolicamente l'ingresso nell'età adulta perché appunto corrisponde al cruciale momento delle scelte alle quali però pare che gli studenti italiani non siano ancora preparati. Un maturando su due non ha idea di che cosa fare una volta incassata l'agognata promozione finale. Il 47 per cento dei ragazzi dopo il diploma ha di fronte una nebulosa, non sa neppure se continuare gli studi o cercare subito un lavoro. Ed è più preoccupato da questa incertezza che dall'esame in sé. E davvero questo stato d'animo definisce a questa generazione costretta a galleggiare in un mondo fluido con il quale è costantemente iperconnessa. Un mondo che mostra mille direzioni da prendere ma nessuna certezza in un futuro prossimo e ancor meno in una prospettiva a distanza. I lavori oggi più richiesti sino a pochi anni fa neppure esistevano e la scuola è sempre meno in grado di orientare i giovani in una realtà che registra continui sorpassi sull'esistente. Dunque non sorprende che lo studio promosso dal Sanpellegrino Campus riveli che la principale preoccupazione dei ragazzi impegnati nella maturità non riguarda l'esame in sé ma l'incertezza sulle scelte da compiere. Tanto che una percentuale più ridotta ma ugualmente significativa, 17 per cento, ha proprio deciso di non decidere rimandando qualsiasi risoluzione dopo le vacanze. C'è però un'altra metà, il 46 per cento, che almeno ha la certezza di voler continuare gli studi iscrivendosi all'università e tra loro c'è chi vuole alternare agli studi un'esperienza lavorativa di stage, il 26 per cento. Una piccola percentuale, il 7 per cento, ha le idee chiarissime: non vuole far nulla e prendersi un anno sabbatico. L'incertezza non contribuisce al futuro successo negli studi: soltanto la metà degli studenti che si iscrivono all'Università arriva poi al traguardo della laurea.

Restano per i maturandi le paure di sempre: oltre il 60 per cento confessa di vivere con ansia ed apprensione l'esame anche perché la struttura delle prove è stata modificata ad anno scolastico già iniziato provocando non poche polemiche. La prova di Italiano scritto è fissata per il 19 giugno le tipologie sono diminuite, da quattro a tre, e non avranno una sola traccia ciascuna. Le tipologie A e C, rispettivamente analisi del testo e riflessione critica, avranno due tracce mentre per la tipologia B, il testo argomentativo, si potrà scegliere fra tre tracce. Da settimane poi è scattato l'immancabile tototemi. In testa alle quotazioni tra gli argomenti il genio di Leonardo da Vinci per i 500 anni dalla morte. Ma anche la Brexit e il Global warming. Tra gli autori secondo ScuolaZoo il più temuto per l'analisi del testo sarebbe Gabriele D'Annunzio.

Il ministro dell'Istruzione, Marco Bussetti, ieri ha rivelato che una delle tracce gli è venuta in mente proprio l'altra notte «alle 5,30 di mattina dopo una riflessione che durava da tempo». E speriamo non sia il frutto di un incubo notturno.

Bussetti ha anche suggerito il dress code per il giorno dell'esame: comodi ma meglio evitare gli shorts e le infradito.

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