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Mediaset, Vivendi al 20% E il governo alza la voce: "Scalata inappropriata"

Calenda: «Monitoriamo la situazione». E i pm di Milano aprono un dossier sui francesi

Mediaset, Vivendi al 20% E il governo alza la voce: "Scalata inappropriata"

Un comunicato ufficiale arrivato in serata per dire che la scalata francese a Mediaset è «ostile» e condotta con modalità inappropriate. Da bocciare, quindi. Poco dopo la nota di Vivendi nella quale il gruppo francese ha annunciato di avere raggiunto la soglia del 20% del capitale sociale, il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda ha assicurato che il governo «monitorerà con attenzione» la scalata di Vincent Bolloré e ha così sposato la tesi del gruppo italiano, che considera l'operazione sulle sue azioni come ostile e illegittima. Una vicenda su cui, da ieri, indaga la procura di Milano, che dopo l'esposto presentato da Fininvest ha aperto un fascicolo contro ignoti per manipolazione del mercato.

Il primo atto del governo Gentiloni, dunque, è una difesa della media company controllata dalla Fininvest. «Non sembra davvero che quello che potrebbe apparire come un tentativo, del tutto inaspettato, di scalata ostile a uno dei più grandi gruppi media italiani, sia il modo più appropriato di procedere per rafforzare la propria presenza in Italia», dice il ministro.

Sembrerebbe quindi confermata le lettura di chi aveva visto in un passaggio del discorso di Gentiloni di martedì sull'Italia che «non è aperta a scorribande», la premessa a una mossa dell'esecutivo in difesa della controllata di Fininvest e, più in generale, uno stop al tentativo del finanziere bretone di conquistare un altro importante asset dell'economia italiana. Non è una difesa dell'italianità fine a se stessa, ma le modalità della scalata che in due giorni ha portato Vivendi dal 3% al 20% di Mediaset, non sono piaciute. «Gli investimenti stranieri sono sempre benvenuti», quando «però si tratta di un'azienda che opera in un campo strategico», il «modo in cui si procede non è irrilevante».

L'allarme al governo è alto e già martedì al ministero allo Sviluppo si stava studiando una presa di posizione. La nota è arrivata ieri a mercati chiusi. Vale la reciprocità e a Parigi la difesa degli asset strategici è un principio «assertivamente difeso», ha sottolineato Calenda. Il ministro assicura «l'assoluto rispetto del governo italiano per le regole di mercato», ma avverte che l'esecutivo seguirà le prossime mosse. Un messaggio difficile da ignorare per il gruppo francese.

L'iniziativa di Calenda è condivisa e politicamente ha raccolto un sostegno bipartisan. Lorenzo Guerini, vicesegretario del Pd, ieri a Porta a Porta si è schierato in difesa di Mediaset. «È una grande azienda, dovremo studiare come governo azioni che possano mettere in sicurezza un patrimonio italiano. È scalata ostile, mi pare. Serve grande responsabilità». Anche il sindaco di Milano Giuseppe Sala, prima dell'intervento di Calenda, aveva parlato dei settori strategici italiani che finiscono «nelle mani degli stranieri».

Prima del ministro e del Pd, il centrodestra aveva chiesto al governo una presa di posizione. «Abbiamo già subito tante rapine, il vero problema è la necessità di rafforzare e difendere il sistema Italia», aveva spiegato il capogruppo di Forza Italia al Senato Paolo Romani, ex viceministro delle Comunicazioni.

In difesa di Mediaset anche il segretario della Lega Matteo Salvini: «Governo e organismi di controllo si sveglino e intervengano! Non può continuare ad andare avanti la svendita di aziende strategiche».

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