E pensare che Melania neppure ci voleva andare alla Casa Bianca, lei che stava bene così come stava. Era lui, il marito che - se non ci avesse provato - avrebbe rimuginato per le stanze dorate della Trump Tower. Lei lo sapeva che essere first lady è complicato, un ruolo che ti ingabbia dentro a rigidi schemi, dove sorridere non basta quasi mai. E soprattutto una cosa: da first lady non puoi permetterti di rompere. Meglio restare al tuo posto, vestire la parte della moglie presente accanto al marito. Sono le regole e a volte sono strette, ingiuste perfino; gli impegni e le frasi da dire, le pose da assumere e i giornalisti pronti a sottolineare ogni sbavatura. Melania era pronta? Il piano all'inizio dev'essere stato al ribasso. Basso profilo insomma per evitare errori, tergiversare e restare a New York il più possibile, fino alla fine della scuola del figlio Barron. Poi, arrivata alla Casa Bianca, un passo indietro perfino rispetto alla figliastra Ivanka, e via così, sperando di scivolare in fretta verso lo scadere dei quattro anni del mandato. In teoria. In pratica succede poi che la vita ti sorprende anche da first lady e ti obbliga a smascherarti, a essere in fondo un po' meno patinata. E forse le prime volte non lo fai neppure apposta a rifiutare la mano di lui che spavaldo cerca la tua.
Le foto, e i pettegolezzi, le trasmissioni tv e i dibattiti: sgarbo o protocollo? Si interroga il mondo, poi diventa scientifico. Ormai sai che il potere delle immagini è più potente di ogni dichiarazione. E non ti serve neppure parlare per sapere che tutti guarderanno e capiranno che è un dispetto al marito che tradisce. Una sacrosanta presa di distanza da quell'uomo che ti ha ripetutamente offesa e che in pubblico sorride sperando che tu quella mano gliela dia perché a lui serve una buona pubblicità. E invece, tiè. Niente da fare. Seguono reazioni più disinibite, impegni annullati e viaggi separati, gelo di sguardi. E l'America plaude a questa ribellione elegante e silenziosa. Melania Trump che indossa, suo malgrado, le corna con classe. Come prevede il protocollo da vera first lady. Resta e non se ne va - per ora - e la sua presenza si nota oggi più di ieri. Una sontuosa rivincita della «moglie trofeo» come l'aveva definita lo stesso Donald. Lei che si fortifica e raccoglie applausi.
Il ruolo della «moglie di» ha un prezzo e c'è chi lo paga più alto. Lo raccontava il sorriso enigmatico di Jacqueline Kenendy, sotto gli abiti di haute couture che indossava per il pubblico da magnifica mannequin del mito, mentre sapeva tutto delle porcherie del marito, delle mutandine non sue sparse per casa. Marylin e le altre. Tante. Richiede coraggio stringere i denti e salutare con la mano dal finestrino. Il mondo a casa che ti crolla addosso, gli occhi di tutti a spiare ogni alzata di sopracciglio eppure esserci.
Hillary è quella che ha voluto esporsi più di tutte, che scelse, in pieno scandalo, di tendere ancora una volta la mano a quel marito con il debole per le stagiste. Già all'università sapevano tutti e due che la più pragmatica della coppia era lei e allora calpestare quella rabbia furente e sorridere al pubblico fino a difenderlo pubblicamente era diventato quasi naturale. Difficile dissimulare quando sei seduta su un trono. Eppure si fa. Masako, che passerà alla storia come la principessa triste del Giappone, è una vita che si sforza. Crisi di nervi e lacrime da trattenere, imprigionata in un rigido protocollo di corte. Tollerabilità dell'errore pari a zero soprattutto se indossi la corona. Sei quella che deve dare l'esempio. Positivo ovviamente. Anche quando tuo marito parte per lunghi safari in Africa con l'amante, come usava fare il re di Spagna Juan Carlos. La regina Sofia zitta e più o meno sorridente. Anche in Italia con Veronica Lario si raccontò a lungo di tradimenti e ripicche.
Restare in silenzio o raccontare tutto? Valerie Trierweiler non ha mai avuto dubbi. Quando la relazione con l'attrice Julie Gayet irrompe in pieno mandato, Valerie - senza l'anello al dito - è una furia che spara a zero su Hollande e lo asfalta. Politicamente, si intende.
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