La Meloni rischia di non poter usare il simbolo della fiamma

La diatriba giudiziaria sul simbolo rischia di trovolgere Fratelli d'Italia

La Meloni rischia di non poter usare il simbolo della fiamma

A destra c’è un simbolo che scotta. La Fondazione An aveva chiesto che al Nuovo Msi di Maria Antonietta Cannizzaro e Gaetano Saya fosse inibito l’uso della fiamma tricolore ma la sentenza di Appello di Firenze di marzo ha dato ragione a questi ultimi.

Ieri mattina, invece, si è svolta a Roma la prima udienza del ricorso presentato dalla Fondazione An per l’inibizione dell’utilizzo della Fiamma. “Si sono dati da soli la zappa sui piedi – spiega il presidente del Nuovo Msi Cannizzaro - Questo accade perché c’è chi crede di poter avere sempre ragione anche quando tre giudici a Firenze hanno stabilito esattamente il contrario”. Gli avvocati dei neomissini, Alberto Ramin e Luigi Fratini hanno spiegato a Il Tempo che il nuovo partito “si è costituito con comparsa di costituzione, con domanda riconvenzionale” e cioè, oltre a costituirsi in giudizio e difendersi chiedono al giudice qualcosa contro chi ha fatto ricorso.

“Noi abbiamo richiesto che sia inibito a loro l’utilizzo della Fiamma - continuano gli avvocati - questo in virtù di molteplici elementi tra cui, quello più importante, la sentenza della Corte d’Appello di Firenze”. Se la sentenza dovesse arrivare in tempi rapidi, in caso di vittoria dei neomissini la Fondazione An non potrebbe più disporre del simbolo e quindi darlo in concessione a Fratelli d’Italia che non potrebbe, perciò, usarlo alle prossime amministrative.

Un grande problema in vista delle comunali a Roma dove la Meloni è candidata a sindaco ma Cannizzaro non intende farsi intimidire dalla Fondazione An: “Pensano di essere potenti - dice - perché hanno i milioni di euro in banca. Noi siamo la vera destra. Noi siamo i legittimi eredi del Msi, rifondato nel 2003 da Gaetano Saya”.

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