Marco Gemelli
Torna la psicosi meningite in Toscana: a poche ore dalla seconda vittima del batterio un'insegnante in pensione di 64 anni di Viareggio, deceduta a un solo giorno di distanza da una 45enne russa che viveva a Firenze i centralini delle Asl regionali sono bollenti e la caccia al vaccino è ripartita.
Nel giro di poche ore da quando si è diffusa la notizia dell'ultimo contagio, le chiamate al numero verde del centro prenotazione sono più che raddoppiate: se lunedì le richieste erano state 42, martedì il dato è salito a 97 ed è molto probabile che oggi il trend aumenti ancora. A pochi mesi dal picco di contagi (57 ricoveri, 13 delle quali mortali, in meno di due anni) sono bastate due vittime in 48 ore per far piombare di nuovo la Toscana nell'incubo del meningococco. La prima avvisaglia di una nuova ondata di casi è arrivata lunedì, con la morte per meningite C di una colf russa di 45 anni che lavorava nel capoluogo. La donna era arrivata all'ospedale di Santa Maria Nuova in gravissime condizioni: i medici hanno tentato una terapia farmacologica d'urto ma la signora è sopravvissuta per poco più di due ore. A mezza giornata di distanza, il decesso di Lilia Agata Caputo, 64 anni, vittima di meningite da pneumococco: la donna viareggina era ricoverata da un mese all'ospedale di Livorno con febbre alta, ed ha perso la vita per complicazioni legate a una vasculite cerebrale.
Se quest'ultimo decesso è stato causato da un ceppo non contagioso, l'allerta resta alta perché il primo caso è invece correlabile proprio al ceppo che tra il 2015 e quest'anno ha causato il maggior numero di morti, nonostante la massiccia campagna di vaccinazione messa in campo dalla Regione. I campioni delle due vittime sono ora all'esame dei medici del laboratorio del Meyer per capire quali siano effettivamente gli agenti responsabili dell'infezione, mentre l'Ufficio d'igiene fiorentino ha avviato un'indagine epidemiologica per rintracciare chi ha avuto contatti con la donna negli ultimi dieci giorni: non solo amici e conoscenti, ma anche i membri delle famiglie dove la colf lavorava. Per tutti loro scatterà la profilassi, con una compressa d'antibiotico per eliminare ogni traccia del meningococco C. Almeno finora questa forma di prevenzione ha funzionato, evitando casi di contagio successivo, dovuti cioè a contatti con persone già malate. Per gli altri, l'unico strumento per fronteggiare l'epidemia è il vaccino, iniettato gratuitamente a tutti i toscani che ne fanno richiesta: «La Regione spiega l'assessore alla Salute Stefania Saccardi ha prolungato la campagna straordinaria di vaccinazione contro il meningococco C fino al 31 marzo».
Nonostante da fine aprile 2015 siano state somministrate oltre 717mila dosi, però, ben 11 dei 57 casi toscani degli ultimi due anni avevano preso il medicinale che avrebbe
dovuto prevenire la meningite. Anche per questo, in Toscana la paura resta alta. L'unica buona notizia è che a breve dovrebbe essere dimessa una studentessa di 20 anni ricoverata a Livorno, sempre per meningite di tipo C.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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