Coronavirus

Mentana: "Mentre parla al Paese Conte non può attaccare avversari"

Per Mentana non si possono fare comizi sfruttando un privilegio assoluto come quello di parlare a milioni di persone in attesa di comunicazioni ufficiali

Mentana: "Mentre parla al Paese Conte non può attaccare avversari"

Enrico Mentana è un uomo che parla in modo diretto non preoccupandosi delle polemiche che possono scaturire a seguito delle sue dichiarazioni. Il direttore del Tg di La7 oggi è tornato sui pesanti attacchi ricevuti ieri dopo che aveva affermato in diretta: "Se possiamo dire, l'avremmo francamente evitato. Se l'avessimo saputo, non avremmo mandato in onda quella parte della conferenza stampa". Mentana si riferiva agli attacchi del premier contro Matteo Salvini e Giorgia Meloni in un momento gli italiani volevano solo essere informati sugli sviluppi dell’emergenza sanitaria.

Con un lungo post pubblicato su Facebook, il giornalista ha voluto spiegare quella sua affermazione che aveva suscitato critiche. "Come si sa già- ha scritto Mentana- dal primo pomeriggio era stata anticipato un probabile intervento televisivo a reti unificate del premier Conte. Il motivo era noto: il nuovo decreto che prolunga le misure drastiche che la difesa dal contagio rendono indispensabili". Il direttore ricorda che per lasciare spazio alle comunicazioni di Conte, il commissario della Protezione Civile Borrelli aveva limitato a pochi minuti la lettura del bollettino quotidiano. "Come tutte le emittenti anche la7 ha interrotto la programmazione per trasmettere la diretta da Palazzo Chigi: in un momento grave come quello che stiamo attraversando è vitale dare immediato rilievo a provvedimenti che riguardano la vita di tutti noi", ha spiegato Mentana.

Quest’ultimo ha sottolineato che"il potersi rivolgere a reti unificate a tutti i cittadini è prerogativa del presidente del consiglio e del capo dello Stato, e sempre vi è stato fatto ricorso, come è giusto, solo in circostanze eccezionali. E lo è sicuramente l'emergenza attuale. Il premier ha ben illustrato la situazione e i provvedimenti che ci terranno ancora vincolati fino al 3 maggio". Fin qui, secondo il giornalista, tutto in regola.

A Mentana, però, non è piaciuta la polemica che Conte ha scatenato contro i suoi avversari politici in merito agli aiuti europei. Il motivo è semplice: in sostanza, non si può fare una sorta di comizio sfruttando l’occasione di comunicazioni ufficiali e parlando a milioni di persone in ansia che vogliono essere aggiornati sulle ultime notizie sull’emergenza sanitaria. Questo, secondo Mentana, "non si può proprio fare. Non quando utilizzi un privilegio assoluto come è quello di parlare direttamente a decine di milioni di italiani, in un frangente drammatico, da una sede istituzionale, illustrando un decreto che riguarda la salute e la vita di tutti".

"Il politico Conte- ha aggiunto- aveva mille strumenti per rispondere agli attacchi (sgradevoli, strumentali, elettoralistici quanto si vuole) di Salvini e Meloni: attraverso i social, con in comunicato, con dichiarazioni o interviste. Tutti i mezzi di comunicazione, e ovviamente anche il giornale che dirigo, gli avrebbero dato un ampio spazio (e peraltro è quello che abbiamo fatto anche ieri sera). Ma parlando al Paese il premier Conte doveva conservare il profilo per il quale gli veniva consentito di usare quel canale privilegiato".

Per il direttore del Tg di La7, se il premier "voleva spiegare la situazione dopo l'Eurogruppo, come ha fatto, gli bastava ricordare che il governo italiano non ha chiesto di accedere al Mes e nel prossimo vertice europeo tornerà a chiedere gli Eurobond, con buona pace di chi sostiene il contrario. Punto". Mentana rimarca il fatto che “agli attacchi, che ripeto sono forse sgradevoli, falsi, elettoralistici o strumentali, ma che fanno parte dell'armamentario di ogni opposizione, possono e devono replicare i loro pari grado della maggioranza, non il capo del governo mentre parla al Paese”. “Per questo- ha aggiunto- ho detto che avrei espunto quella parte del suo discorso, altro che censura”.

Lo stesso giornalista ha ricordato in passato ha mosso critiche anche più dure, usando lo stesso metro di giudizio, a molti predecessori di Conte tra cui Berlusconi, Renzi e lo stesso Salvini quando era al governo. "Non pretendo di avere il consenso di tutti, né di avere ragione a prescindere; ma che si rispettino buona fede, indipendenza e passione professionale sì. La logica dei fanatici "se critichi Tizio sei al soldo di Caio" mi ripugna. So che da sempre infesta i social e la combatto. E non rinuncio a dire la mia quando lo ritengo giusto.

Si può perdere un follower o uno spettatore, non la coerenza", ha concluso con orgoglio Mentana.

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