Il merito storico del Cav

Ci sono stati milioni e milioni di italiani che hanno dato la loro fiducia all'uomo Berlusconi sapendo a pelle che le accuse di mafia che gli venivano mosse erano false e costituivano un evidente pericolo per la democrazia

Il merito storico del Cav
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Ilettori de il Giornale lo sanno già ma vale la pena ripetere e scandire la notizia: la Cassazione ha respinto l'ennesimo ricorso ed escluso in via definitiva ogni legame tra Silvio Berlusconi, Marcello Dell'Utri e la mafia. Il tempo è galantuomo. Deo gratias! Ma i giornalisti e i politici soprattutto nei giorni in cui si va in piazza in difesa di stampa, libertà e democrazia che, naturalmente, in Italia non sono minimamente in pericolo che per tanti anni hanno letteralmente campato sui legami immaginari tra Cosa Nostra e Berlusconi hanno fatto finta di non vedere, non sapere, non sentire. Anche in Forza Italia ha ragione Dell'Utri vi è stata una reazione quasi distratta. Come se la notizia non fosse ciò che invece è: lo svelamento della manipolazione di trent'anni di storia italiana. Allora, vi voglio raccontare un aneddoto.

Era il 2001 e c'erano elezioni politiche. Si sfidavano Berlusconi e Francesco Rutelli. Il comitato rutelliano aveva organizzato un call-center per gli elettori che volevano informazioni sul da farsi. Lavoravo al quotidiano Libero. Mi occupavo di politica e cronache parlamentari. Chiamai al centralino telefonico che faceva propaganda per il centrosinistra e dissi: "Guardate, vi confesso di non essere un vostro elettore. Voto a destra. Ma queste notizie su Berlusconi e la mafia mi turbano. Ditemi la verità: Berlusconi è mafioso?". La ragazza, che forniva rassicurazioni di ogni tipo per far voti, disse che era tutto vero senza nessun dubbio. Presi nota e passai tutto al caporedattore: Luca d'Alessandro.

Mi chiamò Feltri. Gli spiegai la cosa. Gli passai la registrazione della telefonata. Scrisse un pezzo dei suoi. Rutelli fece giustamente e avvedutamente chiudere il call-center. Ma quel call-center si è chiuso definitivamente e solo dopo la morte di Berlusconi. "Mi dispiace non poter festeggiare con Silvio" ha detto Marcello Dell'Utri nell'intervista di Stefano Zurlo. Dispiace, certamente.

Ma, se la cosa può consolare, ci sono stati milioni e milioni di italiani che hanno dato la loro fiducia all'uomo Berlusconi sapendo a pelle che le accuse di mafia che gli venivano mosse erano false e costituivano un evidente pericolo per la democrazia perché miravano alla demonizzazione dell'avversario e alla manipolazione della storia d'Italia. Così oggi, proprio quando la leader dell'opposizione, parla di un fantasioso pericolo per la democrazia proveniente da un legittimo governo di centrodestra riconosciuto e rispettato nel mondo, la sentenza della Cassazione è più di una sentenza: è una nemesi storica. Sabino Cassese, ha così risposto a Roberto Gressi che lo intervistava per il Corriere della Sera: "Meloni studia, è la migliore allieva di Togliatti, come lui è realista. E ha capito, come prima di lei De Gasperi, che il modo migliore di fare la politica interna è fare la politica estera. Sull'altro fronte vedo il vuoto politico, solo slogan che inseguono l'ultima notizia dei giornali. Quando la Schlein ha detto che la democrazia è a rischio mi sono cadute le braccia".

Se ne deduce, senza far torto né alla storia, né alla Cassazione, né a Cassese, che il centrodestra in Italia, creato da Berlusconi, ha garantito la democrazia. Questo è stato il vero merito di Silvio Berlusconi e lui ne era consapevole fin da quando si oppose alla "gioiosa macchina da guerra" di Achille Occhetto e del comunismo giustizialista.

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