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Mes, Berlusconi: "Voteremo sì al fondo salva-Stati"

Il leader di Forza Italia ha chiarito la sua posizione e sull'esecutivo guidato da Conte ha detto: "l governo potrebbe durare, nonostante le sue contraddizioni, perché i partiti che lo sostengono, soprattutto il Movimento 5 Stelle, hanno il terrore del giudizio degli italiani"

Mes, Berlusconi: "Voteremo sì al fondo salva-Stati"

"Noi voteremo a favore del fondo salva-Stati". Silvio Berlusconi su questo (e molto altro) è netto e, intervistato questa mattina da Il Messagero, ha parlato della durata dell'esecutivo di Giuseppe Conte, della crisi, di ciò che il suo partito è pronto ad appoggiare e, in generale, ha commentato la situazione politica (e non solo). "Voteremo come sempre nell'interesse dell'Italia, che è la nostra stella polare. In questo caso, il nostro interesse, evidentissimo, addirittura ovvio, è quello di portare a casa 37 miliardi per costruire ospedali, rinnovare quelli esistenti, assumere nuovi medici e infermieri, pagare meglio quelli che ci sono, investire nella ricerca, ristrutturare case di riposo e carceri per adeguarle alle esigenze sanitarie, far lavorare per questo molte imprese", continua il leader di Forza Italia, che quindi si è detto favorevole al Mes. "Tutto questo con un prestito praticamente a costo zero. Dire di no mi sembra inconcepibile, in un momento nel quale abbiamo un disperato bisogno di liquidità", continua Berlusconi. Che aggiunge: "Mi auguro che il Partito democratico sappia superare il veto del Movimento 5 Stelle e il loro antieuropeismo e voti come noi".

La durata del governo

E alla domanda, la prima, se l'esecutivo giallo-rosso potrebbe durare, il presidente Berlusconi risponde: "Il governo potrebbe durare, nonostante le sue contraddizioni, perché i partiti che lo sostengono, soprattutto il Movimento 5 Stelle, hanno il terrore del giudizio degli italiani. Li capisco, perché dopo essersi messi alla prova in due governi, gli elettori potranno giudicarli". E ancora: "Sinceramente se fossi al posto del presidente Conte non mi preoccuperei di durare, mi preoccuparei di lavorare per far uscire il Paese dalla crisi drammatica in cui sta precipitando. Io credo che uno dei difetti peggiori della politica italiana sia proprio il fatto di essere ripiegata su se stessa".

"Occorre supplemento di responsabilità"

E alla domanda su dove possa portare un dialogo con il Partito democratico e di un'eventuale possibilità di appoggio alla maggioranza, Berlusconi ha risposto: "Non porta da nessuna parte, perché non c'è nessun dialogo con il Pd. C'è una risposta positiva agli appelli del capo dello Stato e del governatore di Bankitalia, a unire le forze migliori del Paese. Del resto, è quello che noi, per primi, abbiamo chiesto da mesi. Il futuro nelle attuali condizioni è a forte rischio". Il presidente Berlusconi, parlando della volontà di aiutare il Paese ha poi aggiunto: "Occorre un supplemento di responsabilità e noi abbiamo messo in campo le nostre competenze, la nostra esperienza, le nostre relazioni internazionali per questo scopo e solo per questo. La tattica politica non c'entra nulla, il nostro ruolo è all'opposizione di questo governo e tale rimarrà. Ma questo, per chi conosce la mia storia personale, non dovrebbe neppure essere necessario precisarlo".

Legge elettorale e referendum

Nel colloquio, il presidente ha parlato anche di legge elettorale e ha dichiarato: "Verificheremo, prima di tutto con i nostri alleati, le massime convergenze possibili su un sistema elettorale che deve avere il più ampio consenso, come è giusto quando si definiscono le regole del gioco politico". E sul referendum sul taglio dei parlamentari chiarisce: "Abbiamo votato sì in Parlamento perché dovremmo cambiare idea al referendum? Questo pur continuando a pensare che si tratti di una riforma che, da sola, significa poco o nulla. È solo una concessione alla demagogia dei grillini, è il loro estremo, quasi disperato, tentativo di far credere di essere in grado di rispettare le promesse elettorali".

Il taglio dei parlamentari

Il presidente Berlusconi, poi, ha approfondito il tema del taglio dei parlamentari e ha specificato: "Con il taglio dei parlamentari fatto in questo modo si riducono gli spazi di democrazia senza guadagnare in efficienza. La nostra maggioranza aveva tagliato davvero il numero dei parlamentari, fin dal 2006, ma nel quadro di una riforma organica della Costituzione. Poi la sinistra bloccò tutto con un referendum ideologico contro di noi. Senza questo, il taglio dei parlamentari sarebbe realtà già da 15 anni".

I candidati e la questione romana

Berlusconi ha parlato anche dei nomi e delle questioni legate alle candidature per regioni e capitale: "Per Roma e il Lazio, come per qualunque altra città e regione italiana, sceglieremo il candidato o la candidata con le maggiori possibilità non solo di vincere, ma di ben governare per i prossimi cinque anni". E ancora: "Ricordo che proprio in questo spirito, in passato, noi affidammo la guida della Lombardia e del Veneto alla Lega quando aveva il 4%. Nel caso di Roma, il futuro sindaco, dopo i disastri della giunta Raggi, primo emblema del fallimento dei grillini, ha davanti a sé un compito da far tremare i polsi. Occorre una figura dal profilo straordinario. Si tratta di ridare dignità, speranza, futuro alla nostra capitale, alla città più bella e più ricca di cultura e di storia del mondo. I romani se lo meritano".

La presidenza della Repubblica

Al quotidiano, poi, il leader azzurro ha parlato anche della manifestazione in piazza del centro-destra, promossa per il prossimo 4 luglio e ha detto: "Dell'iniziativa dobbiamo ancora parlare con i nostri alleati. Ma consentire agli italiani di esprimersi è sempre un esercizio di democrazia". Nell'intervista al quotidiano, il leader di Forza Italia è tornato a parlare della presidenza della Repubblica e alla domanda se sogni il Quirinale, Berlusconi ha risposto: "Al Quirinale siede il presidente Sergio Mattarella e lo fa con grande autorevolezza, equilibrio e responsabilità istituzionale. Direi che sono più che soddisfatto così. Del resto, mi creda, di solito sogno tutt'altro. Almeno nei sogni, la politica cerco di non farla entrare

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