R ispunta, nell'armamentario delle proposte per la legge di Stabilità, l'idea di mettere in busta paga il Tfr maturato nell'anno. Non tutto e non per tutti. L'ipotesi riguarda solo i dipendenti privati, e si limita a un cinquanta per cento dell'ammontare. L'obiettivo: far avere qualche soldo in tasca in più ai dipendenti al fine di rilanciare i consumi, depressi ormai da oltre un lustro.
La pensata non è nuova. Se ne è sentito parlare più volte nei periodi di preparazione della legge di Stabilità (quella che prima si chiamava la Finanziaria), ma non è mai giunta in porto. Stavolta l'ipotesi dei tecnici del ministero dell'Economia prevede che la metà del Tfr maturato nell'anno finisca nel salario dei dipendenti privati, mentre alle aziende resterebbe l'altra metà.
Progetto tutt'altro che semplice, e il motivo è presto detto: per le aziende, gli accantonamenti per il Tfr rappresentano una buona fonte di autofinanziamento, soprattutto in un periodo in cui il credito bancario viene concesso col contagocce. Ma oltre al danno per le imprese, c'è il rischio che si aggravi la tassazione sul dipendente. Infatti il Tfr è soggetto a tassazione separata, e gode di agevolazioni fiscali se confluisce in una forma di pensione integrativa. Sarebbe dunque necessaria una compensazione.
Dei 22-23 miliardi di flusso annuale di Tfr accantonato circa 5 miliardi e mezzo vanno ai fondi pensione, 11 miliardi restano nelle aziende medio piccole - quelle fino a 50 dipendenti - mentre 6 miliardi relativi ai dipendenti delle aziende più grandi confluiscono in un fondo gestito dall'Inps. Bastano questi numeri a delineare la difficoltà del trasferimento parziale del Tfr nelle buste paga dei dipendenti privati. «È una situazione molto complessa - conferma il presidente della Confindustria Giorgio Squinzi - e bisogna vedere a quale drenaggio di liquidità sarebbero sottoposte le imprese».
L'anticipazione del Sole 24 Ore non ha colto di sorpresa soltanto le imprese. Il sottosegretario all'Economia Enrico Zanetti afferma di non aver mai sentito parlare al ministero di ipotesi concernenti il Tfr in busta paga. «È una proposta che non ho studiato», aggiunge da parte sua il vice ministro dell'Economia Enrico Morando. Per ora, l'unica cosa certa è che non ci sarà, nella legge di Stabilità, una nuova tassa di successione. «Non esiste alcuna ipotesi allo studio», conferma il vice ministro dell'Economia Luigi Casero alla Camera.
A circa tre settimane dalla presentazione della legge di Stabilità, regna dunque la confusione in via XX Settembre e dintorni. Il ministro Padoan deve reperire una quindicina di miliardi per gli interventi di base: la conferma del bonus di 80 euro per chi già lo riceve; una riduzione sensibile dell'Irap a carico delle imprese; il finanziamento delle spese obbligate, dalla cassa integrazione alle risorse necessarie per le missioni di pace all'estero. Almeno 12-13 miliardi dovranno giungere dalla spending review, mentre il resto potrebbe giungere da tagli a Regioni e Comuni.
«La legge di Stabilità sarà un passaggio difficile», ammette Padoan, confermando che riguarderà anche gli enti decentrati. E aggiungendo che, in ogni caso, il limite del 3% nel rapporto fra deficit e Pil non verrà superato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.