Guerra in Ucraina

Il "metodo Kgb" per nascondere i crimini di guerra e evitare i processi

Schema usato per coprire i responsabili delle stragi in Siria e del missile contro il Boeing nel 2014. Ordini a compartimenti stagni, nessuno sa il quadro d'insieme. E i livelli superiori si salvano

Il "metodo Kgb" per nascondere i crimini di guerra e evitare i processi

Quando Volodymyr Zelensky evoca lo spettro delle coperture dei crimini di guerra da parte dei russi, lo fa con la consapevolezza di chi conosce la «mente» del Cremlino. Lui per primo aveva lanciato l'allarme invasione senza essere preso troppo sul serio dall'Europa. Ora si comincia a parlare di processi e il leader della resistenza ucraina dà un nuovo alert: dopo Bucha, i cui cadaveri ai lati delle strade sono stati bollati come fake news dal ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, «stanno già azionando una falsa campagna per nascondere la colpevolezza nell'uccisione di massa di civili a Mariupol avranno dozzine di interviste inscenate, nuove registrazioni e uccideranno persone per far credere che siano state uccise da altri».

La fascinazione generata dalla parlantina quotidiana dell'ex attore potrebbe distrarre da quel che Zelensky è: uno che sa come ragionano i russi, come operano i vertici e quali strategie impiantano nei quadri militari, che ora potrebbero ritrovarsi sotto accusa alla Corte penale internazionale (dove non siedono gli Stati Uniti) come minuscoli capri espiatori. L'Italia è tra i 39 Paesi che hanno avallato la procedura d'attivazione per l'apertura di un'indagine all'Aia, dove si processano uomini e non Stati.

L'arma di Putin per nascondere al mondo (e ai suoi) i crimini di guerra è già stata azionata; ancora prima di iniziare l'invasione. Conoscenza delle operazioni a compartimenti stagni. Nessun generale ha contezza del disegno completo e forse neanche dei massacri. Ogni singola città occupata, distretto, quartiere, ha ricevuto ordini precisi, non necessariamente nella stessa versione: tra i battaglioni ritiratisi dal Nord molti non sapevano come si sarebbero mossi i colleghi nel Sud.

Cerchi concentrici in cui nessuno conosce nell'insieme il mosaico. La tecnica eredita la formazione del Servizi russi da cui lo zar proviene. Spazio ad azioni individuali anche indiscriminate che rientrano nella norma di un blitz degli 007 come di un battaglione. A fronte di indagini già avviate in Ucraina da parte della Cpi dell'Aia, l'attitudine da ex uomo dell'intelligence torna utile come paracadute. E se mai si riuscirà a imbastire un tribunale speciale Onu (diverso da un processo per crimini di guerra all'Aia) ognuno, militare o dirigente politico, potrà negare di sapere cosa stava accadendo, scaricando la responsabilità su soldati semplici, che nel panico della sconfitta (e da ripercussioni possibili) non denunceranno né azioni né ordini degli ufficiali.

Anche a questo è servito a Putin il richiamo di riservisti dall'Asia, ragazzi appena adulti già segnati dalla miseria dell'estremo oriente dell'impero, facilmente manipolabili. Mentre le milizie cecene hanno già la bocca cucita da anni sui massacri, e certo non dichiareranno responsabilità personali su Bucha o Mariupol. Un tribunale speciale per crimini di guerra all'Aia ha condannato quasi 50 serbi bosniaci tra cui il leader politico Radovan Karadzic, e il suo comandante militare, Ratko Mladic, per Srebrenica. Ma Putin non è Karadzic e il tenente colonnello Asanbekovich, comandante dei russi che il 31 marzo hanno smobilitato da Bucha, non è Mladic. È un potenziale massacratore venuto da Oriente, e quasi certamente non il solo «boia» di Bucha.

Difficile cavare ragni dai buchi pensati ad hoc da Mosca. Ne abbiamo prove recenti. Il team internazionale di tecnici che dal 2014 indaga sul disastro aereo dell'MH17 ha lanciato appelli alla ricerca di testimoni, chiedendo lumi all'interno della gerarchia militare e amministrativa per sapere chi ha dato via libera al lancio del missile che ha distrutto il Boeing della Malaysia Airlines che attraversava l'Ucraina orientale. Telefonate intercettate mostrano leader del gruppo armato Repubblica popolare di Donetsk (Dpr) in contatto con funzionari del governo russo. Ma di chiarimenti neppure l'ombra, solo 4 sospetti che avrebbero partecipato alla dislocazione del missile. Dei vertici del Cremlino non c'è traccia, solo pedoni sacrificabili. Stessa cosa in Siria.

Indagine impantanata e fake news per sviare dai veri responsabili di crimini.

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