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Migranti, ecco il piano per l'emergenza

Un decreto per gestire i flussi. Uno sulla sicurezza in città: arriva il Daspo urbano

Migranti, ecco il piano per l'emergenza

Roma Un decreto per varare il nuovo piano migranti, un altro dedicato alla sicurezza delle nostre città. Il secondo introduce il «daspo» urbano e assegna ai sindaci poteri più efficaci per quiete, decoro e sicurezza. Sul tema immigrazione, invece, l'Italia vorrebbe cambiare marcia, ma non approccio. «Ci teniamo stretti i nostri valori - spiega il premier Paolo Gentiloni - umanitari, dell'accoglienza, dell'integrazione e del rispetto delle differenze». Il premier esalta il «buon curriculum» italiano e ricorda come l'obiettivo prioritario non sia «chiudere le nostre porte», ma «trasformare sempre più i flussi migratori da un fenomeno irregolare e gestito da organizzazioni criminali a fenomeno regolare in cui non si mette a rischio la propria vita ma si arriva nei nostri Paesi in maniera controllata, attraverso un sistema di tutoraggio». Tutoraggio finora non impeccabile.

E il primo ministro tira in ballo anche il ruolo dell'Europa. «Ci aspettiamo decisioni - osserva - che rendano effettivo il principio della condivisione dell'onere da parte della Ue». Alla quale, insiste il premier, finora l'agenda sul tema è stata dettata dall'Italia. In attesa che Bruxelles collabori in modo meno «insufficiente», il governo si attrezza con le nuove misure previste dal decreto. Che intende accelerare l'iter delle richieste di asilo, sia aumentando gli organici delle commissioni sia eliminando un grado di giudizio, consentendo al richiedente «respinto» solo il ricorso diretto in Cassazione. Una misura messa in cantiere già dal precedente esecutivo e confermata nel decreto approvato ieri, come pure il raddoppio delle risorse destinate ai rimpatri - solo a quelli volontari assistiti - dal ministero di Marco Minniti, che scommette sul modello dell'«accoglienza diffusa», un orientamento «concordato con l'Anci», spiega il ministro, «e che passa attraverso la riduzione in tempi ragionevoli dei grandi Centri d'accoglienza». Li sostituiranno i centri permanenti per il rimpatrio, uno per Regione e di dimensioni ridotte. Via libera anche alla possibilità per i Comuni di utilizzare i migranti per lavori di pubblica utilità, su base volontaria e gratuitamente: un vecchio pallino di Alfano fatto proprio dal suo successore.

Oggi intanto, con l'entrata in vigore dei decreti attuativi sulle unioni civili, anche i matrimoni gay, pure se stipulati all'estero, varranno ai fini dell'acquisizione della cittadinanza italiana.

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