L'immigrazione è il nuovo oro nero della Cgil. Una montagna di soldi parte dall'Unione europea e finisce direttamente nella cassaforte del più importante sindacato italiano, grazie al sistema di accoglienza degli immigrati. Un fiume di denaro che sta spingendo la Cgil a modificare il core business della propria attività. Se da un lato gli iscritti sono in calo, dall'altro le entrate grazie all'ondata di migrazioni sono in aumento. E fanno sorridere i conti (non virtuosi) della Cgil. Lo strumento finanziario che fa ricca la costola sindacale del Pd è il fondo Fami (Fondo asilo migrazione e integrazione) 2014-2020 e 2021-2027. Una torta di miliardi di euro che l'Ue mette sul tavolo per la gestione dei flussi migratori. Milioni e milioni di euro per foraggiare tutte le associazioni ed enti no profit della sinistra. Il Giornale è in grado di svelare cifre e progetti di cui ha beneficiato la Cgil negli ultimi tre anni. Tra patronati e fondazioni collegate, la Cgil di Maurizio Landini ha incassato 3 milioni e 273 mila euro. Un tesoretto che serve per mantenere in vita strutture locali, federazioni, dipendenti. E garantire la copertura economica a eventi e manifestazioni.
Sono 4 i progetti già finanziati e liquidati dal Viminale grazie al fondo Fami alla Cgil. I progetti spaziano dall'accoglienza all'assistenza legale per gli immigrati che intendono presentare domanda di protezione internazionale. Ma vi rientrano anche corsi di lingua e formazione professionale per operatori e immigrati. Analizziamoli nel dettaglio. La prima tranche di soldi pari a 979.815,00 finanzia la Cgil-Inca per il progetto SHUBH. Si tratta di una misura volta a sostenere gli immigrati in un percorso di autonomia socio-economica. Il progetto è attivo in 7 regioni italiane, le più colpite dalle ondate migratorie. "Rivolto a 300 immigrati, titolari di protezione internazionale che - spiega la Cgil sul proprio sito - hanno potuto lasciarsi alle spalle i centri di accoglienza trovando all'esterno una rete di servizi integrati, che ha consentito loro di inserirsi nella nostra società con maggiore autonomia e una consapevolezza dei propri diritti".
La seconda tranche di soldi dall'Ue, pari a 1.497.253,25, arriva sui conti correnti della Cgil grazie al progetto Form@. Di cosa si tratta: un progetto posto sotto la supervisione e il controllo del Ministero italiano del Lavoro offre percorsi integrati di informazione e orientamento (in Senegal) a figli, coniugi o genitori di cittadini senegalesi che siano in Italia e che abbiano effettuato richiesta di ricongiungimento familiare in Italia. Di cosa si occupa la Cgil? Di offrire (tramite Inca-Cgil) assistenza e formazione pre-partenza, mettendo a disposizione dei beneficiari anche un corso per la conoscenza della lingua italiana, delle nostre istituzioni, di comprensione della cultura del nostro Paese e della nostra società. Ovviamente è un meccanismo che favorisce e incentiva l'arrivo in Italia degli immigrati.
Altri 650mila euro arrivano, invece, grazie al progetto Form2@. Stavolta però la Cgil è l'ente capofila insieme a Uil e Cisl. Con il progetto Form2@ viene assicurata assistenza ai familiari che vogliono ricongiungersi con i familiari che già sono in Italia. La platea è di 3600 immigrati. Questa volta i paesi a cui è destinato il progetto sono Albania, Egitto, Marocco, Senegal e Tunisia.
Infine, l'ultima tranche di soldi pari 273mila euro arriva alla Fondazione Di Vittorio, controllata al 100% dalla Cgil, per la formazione degli operatori che devono trattare minori immigrati LGBTQI. Insomma, c'è di tutto. Lo schema è semplice: più immigrati arrivano, più la Cgil incassa.