Milano umiliata in pieno Salone. Sala non precetta lo sciopero

Mezzi pubblici fermi durante la Fiera del mobile e il sindaco lascia fare. Invece durante la «sua» Expo...

Milano umiliata in pieno Salone. Sala non precetta lo sciopero

A Milano era successo solo una volta. Tutte e quattro le linee della metropolitana ieri mattina sono state chiuse per lo sciopero di quattro ore, dalle 8,45 alle 12,45 dei lavoratori di Atm, l'azienda dei trasporti milanesi. Blocco totale anche per i mezzi di superficie. Ieri mattina Milano si è fermata, o meglio tutte le sigle sindacali Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl, Faisa-Cisal, Orsa, Sama-Faisa e Cub hanno cercato di bloccare la massiccia affluenza di visitatori da tutto il mondo al Salone internazionale del Mobile, inaugurato martedì, per la prima volta in 56 anni, dal presidente della Repubblica. E, parallelamente, l'allegro popolo del Fuorisalone.

Traffico impazzito, taxi impossibili da trovare, in tilt le prenotazioni del car sharing. Il Salone del Mobile è stato salvato dal passante, il servizio ferroviario regionale.

Sono caduti nel vuoto gli appelli delle istituzioni, dal sindaco Beppe Sala che aveva invocato un atto di responsabilità da parte dei sindacati proprio per la concomitanza con la Fiera del Mobile che porta Milano sotto i riflettori internazionali. Attesi 300mila visitatori in cinque giorni per la manifestazione di settore più importante al mondo. Cadute nel vuoto anche le parole del presidente Claudio Luti, che aveva definito l'agitazione «contro Milano e contro il sistema proprio nelle giornate in cui ci giochiamo l'immagine internazionale della città». Niente da fare i sindacati, che contestano la delievbra comunale che prevede lo spacchettamento del sistema della mobilità milanese, hanno tenuto duro e messo in atto lo sciopero, annunciato da più di una settimana. Così è fallita la trattativa di lunedì scorso che pure ha avvicinato i due fronti, ma non abbastanza.

Così Beppe Sala ha tenuto duro sulla sua posizione: «lo sciopero è un diritto e ho chiesto al prefetto di non precettare i lavoratori». Così fino all'ultimo, e se la flebile motivazione è stata il fatto che «la fioera di Rho si può raggiungere anche con il passante», il sindaco evidentemente in confusione si è «dimenticato» di annullare Area C, il provvedimento che prevede il pagamento del pedaggio per entrare nel centro storico. Così i milanesi e i turisti si sono trovati «cornuti e mazziati»: senza mezzi pubblici, costretti a prendere l'auto per andare a lavoro, pagando per di più i 5 euro.

Smessi i panni di Mr Expo e indossati quelli da sindaco Beppe Sala ha cambiato idea su eventi e manifestazioni: da commissario di Expo 2015 si era premunito contro il pericolo di scioperi. Comune e sindacati Atm, infatti, avevano firmato un accordo, da 52 milioni di euro, che prevedeva una tregua di sei mesi da ogni tipo di agitazione e turni di lavoro rinforzati, in cambio di 500 assunzioni e di un pacchetto di premi per i dipendenti. E quando i Cub avevano annunciato l'adesione alla manifestazione nazionale contro il Jobs act a pochi giorni dall'apertura dell'esposizione, Beppe Sala non ci aveva pensato due volte e aveva chiesto la precettazione in nome di un evento mondiale, come è per altro il salone del Mobile. Dimenticandosi che il sito di Rho era raggiungibile con il passante.

Questa volta il sindaco ha insistito per non chiedere la precettazione. Obiettivo: Non inasprire ulteriormente i rapporti con i 9mila dipendenti della municipalizzata, già tesi, che hanno portato al cambio dei vertici dell'azienda in corsa.

C'è voluta l'adesione al 100 per cento dei lavoratori ieri mattina e la minaccia di un altro sciopero di 24 ore per convincere il Comune in serata dare ai sindacati le rassicurazioni che chiedevano, ovvero la proroga di un anno del contratto in essere con Atm. Come dire lo sciopero si sarebbe potuto tranquillamente evitare.

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