
È l'ora dell'abbraccio dei giovani a Papa Leone. Dopo una settimana di catechesi, testimonianze e confessioni, un milione di ragazzi e ragazze di tutto il mondo ha invaso la spianata di Tor Vergata per il momento culminante del Giubileo dei Giovani. Sono arrivati a piedi, in bus, alcuni anche in bici, per ascoltare la voce del loro pastore. E proprio come 25 anni fa, per il Giubileo del 2000, con San Giovanni Paolo II, nella spianata dove si staglia la grande Vela di Calatrava si è tenuta la veglia presieduta da Prevost, momento clou della "Woodstock cattolica". I giovani provengono da 146 Paesi diversi e nel segno della speranza, tema del Giubileo di quest'anno, sono giunti nella città eterna anche ragazzi da zone di conflitto: dal Libano, dall'Iraq, dal Myanmar, dalla Siria, dal Sud Sudan e dall'Ucraina. Anche palestinesi e israeliani si sono riuniti in un unico abbraccio, per gridare insieme "Stop al genocidio".
A Tor Vergata dovevano arrivare anche Pascale Rafic, 18 anni, egiziana, stroncata durante il viaggio in pullman da un arresto cardiaco. E Maria, una ragazza spagnola, morta anche lei. Per le quali, Leone XIV ha espresso "profondo dolore" per l'improvvisa scomparsa. La ragazza egiziana si trovava in viaggio verso Artena. Nonostante l'intervento del personale sanitario per rianimarla, non c'è stato nulla da fare. Il Pontefice ha contattato monsignor Jean-Marie Chami, Vescovo titolare di Tarso e Ausiliare della Chiesa Patriarcale di Antiochia dei Greco-Melkiti per l'Egitto, il Sudan e il Sud Sudan, "per esprimere la Sua spirituale vicinanza ai familiari della giovane e all'intera comunità". "All'improvviso, ci viene ricordato in modo molto potente che la nostra vita non è superficiale ha detto Prevost incontrando i compagni di scuola della ragazza - né abbiamo il controllo sulla nostra vita, né sappiamo, come dice Gesù stesso, né il giorno né l'ora in cui la nostra vita terrena finisce". "La tristezza che la morte porta a tutti noi ha aggiunto è qualcosa di molto umano e molto comprensibile, soprattutto essendo così lontani da casa e in un'occasione come questa in cui ci riuniamo davvero per celebrare la nostra fede con gioia". Il Papa è arrivato in elicottero nella spianata di Tor Vergata, poi il bagno di folla tra i giovani con la papamobile. Quello di Tor Vergata, ha spiegato il sindaco Roberto Gualtieri, è "il più grande allestimento tecnologico mai realizzato per un evento in Italia", con una control room da 500 metri quadrati. Numeri importanti anche per l'organizzazione: 20mila persone tra forze dell'ordine, operatori sanitari e volontari; allestiti 2.760 bagni chimici e 2.660 punti per rifocillare le proprie borracce, con 5 milioni di bottiglie di acqua potabile e 70 nebulizzatori; 10 le postazioni mediche avanzate allestite. Questa mattina il Papa celebra la messa finale. "Cari ragazzi è arrivato il momento di fare risentire a Roma quel chiasso" ha detto la premier Giorgia Meloni in un videomessaggio, ricordando la grande veglia del 2000. "Quel giorno di 25 anni fa ha cambiato la vita di tantissimi. Ha lenito ferite, aperto gli occhi, indicato il cammino.
Io non ho avuto la fortuna di vivere quella notte ha sottolineato Meloni - ma sono testimone di chi in quella notte ha trovato una risposta alle sue domande e ha capito quale dovesse essere la direzione della sua esistenza". "In quella notte di preghiera e emozione, milioni di sentinelle del mattino hanno accompagnato l'alba del nuovo millennio, hanno fatto sentire a Roma un chiasso che Roma non ha più dimenticato".