Militare uccide un pusher durante il blitz anti-droga: "È stato un omicidio"

Il corpo di un nordafricano trovato in un dirupo. Carabiniere indagato e sospeso dall'Arma

Militare uccide un pusher durante il blitz anti-droga: "È stato un omicidio"

Tutto comincia da una telefonata anonima: «C'è un cadavere in fondo al dirupo». Subito parte la macchina dei soccorsi per raggiungere una persona che sembrava essere precipitata, ma quando i vigili del fuoco del nucleo speleo-alpino-fluviale recuperano il corpo, finito nel canalone per 150 metri, notano che è integro e che presenta due fori di proiettile alla schiena. L'uomo - un giovane fra i 20 e i 30 anni dai tratti somatici nordafricani - è stato ucciso. La scoperta risale a venerdì sera tra i monti che guardano Castelveccana, paesino affacciato sul lago Maggiore, nel Varesotto.

Si tratta di un'area naturale a 700 metri di altezza solcata da sentieri dedicati a escursionisti ma ultimamente trasformatasi nella meta di bivacchi di spacciatori. Ed è dopo il ritrovamento del corpo che inizia il percorso a ritroso per ricostruire i fatti misteriosi accaduti solo poche ore prima: nel pomeriggio di quel venerdì nella stessa zona i carabinieri avevano infatti svolto un blitz antidroga. Durante l'operazione un sottufficiale dell'Arma aveva esploso alcuni colpi di arma da fuoco, «ritenendo di trovarsi di fronte di persone armate», come spiega il procuratore capo di Varese Massimo Politi in una nota. In poche ore le prime nubi sul giallo sembrano diradarsi: stando alla prima ipotesi il carabiniere - sentendosi minacciato dalla banda di pusher - avrebbe sparato e colpito a morte l'uomo. La circostanza andrà esaminata con comparazioni e perizie balistiche ma a confermare che qualcosa di anomalo è accaduto è il ritrovamento di due bossoli di piccolo calibro sulla radura vicino alla strada provinciale che costeggia il dirupo.

Il carabiniere - sospeso dal servizio - è ora indagato per omicidio, come conferma lo stesso procuratore, che però precisa: «Saranno svolte tutte le attività di indagine utili a chiarire la dinamica dei fatti non potendo allo stato escludere qualsiasi ricostruzione alternativa rispetto alla responsabilità del militare». Il sottufficiale, fa sapere sempre la Procura, potrà nominare dei consulenti di parte per ricostruire la dinamica e le traiettorie dei proiettili esplosi. Restano comunque ancora tanti dubbi sul caso, a partire dall'autore della telefonata: chi ha lanciato l'allarme poco prima delle 19 di quel venerdì? Si pensa a una persona che si trovava insieme al giovane. Ma non è chiaro se fosse uno spacciatore, un escursionista o un amico. Così come non è stata ancora identificata la vittima: era uno spacciatore o un passante? E se il sottufficiale ha esploso dei colpi di pistola durante quel blitz, perché è emerso soltanto dopo ore e a seguito del ritrovamento del cadavere?

Nodi che verranno sciolti nelle prossime ore: la prima risposta arriverà dall'autopsia sul corpo, che permetterà con ogni probabilità non solo di identificare la vittima ma anche di confrontare il colpo che ha trafitto il giovane con i bossoli trovati nella radura e con i proiettili nell'arma del sottufficiale. Solo due settimane fa, a una ventina di chilometri di distanza vicino al lago di Varese, si è consumata un'altra sparatoria - questa volta tra bande - per il controllo delle piazze di spaccio sul territorio. In quella occasione un giovane maghrebino era stato colpito al petto da un colpo di pistola.

E' stato salvato quasi per miracolo grazie a un suo «sos» nell'oscurità: il 30enne agitava nel buio il cellulare acceso senza parlare. Gli inquirenti pensano ad un regolamento di conti nell'ambito dello spaccio di droga, che già anni fa aveva visto a pochi chilometri dalla sparatoria un altro fatto di sangue.

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