Mille assunti Fiat contro i gufi del posto fisso

Se gli operai servono, i «padroni» li prendono. Alla faccia dei sindacati

Ieri Sergio Marchionne ha annunciato di voler assumere mille nuovi dipendenti per le fabbriche Fca (come si chiama oggi la Fiat) in Italia. Ha detto di più. Le assunzioni saranno completate nei prossimi 90 giorni e destinate a rafforzare la fabbrica di Melfi. Saranno rapporti di lavoro di tipo interinale e, una volta approvato il Jobs Act che prevede il nuovo contratto a tutele (...)

(...) crescenti (che supera il famigerato articolo 18: più si resta in azienda più è costoso licenziare), si procederà all'assunzione diretta da parte del Lingotto.

Da questa vicenda si possono trarre almeno tre lezioncine.

1. Al momento della dura battaglia sindacale condotta da Landini e dalla sua Fiom contro Marchionne e il suo piano per mantenere le fabbriche in Italia, c'è chi è andato al sodo per difendere il lavoro e chi ne ha fatto una questione di contrapposizione ideologica. I sindacati (Cisl, Uil, Fismic e Ugl) che hanno firmato quel contratto, e che neanche la Confindustria ha avuto il coraggio di supportare, oggi possono dire di aver avuto ragione. Landini ha fatto un gran baccano e, grazie a quella vertenza, è diventato un leader più politico che sindacale. Fiom e Confindustria (di cui però è cambiata la dirigenza) si facessero un bell'esamino di coscienza.

2. Una promessa Marchionne l'ha mantenuta: nonostante tutto, non vuole abbandonare l'Italia. L'ultima volta che la Fiat fece un giro di assunzioni simile era il 2006 (epoca rottamazione). In Italia in quegli anni si vendevano 2,4 milioni di auto: oggi un milione di vetture in meno. Le assunzioni di Melfi (per costruire Jeep Renegade e 500x) non sono giustificate certo dal mercato italiano (che ormai rappresenta circa il 10 per cento di quello Fiat), ma per rifornire il mercato globale. In Italia si costruiscono auto che poi, vista la crisi in cui ancora versiamo, verranno esportate. Bisogna inoltre considerare che una fabbrica Fiat che lavora a pieno regime rappresenta anche un volano di lavoro e commesse per l'indotto.

3. I primi contratti che verranno fatti sono di tipo interinale. Una di quelle forme di impiego tanto contestate dai talebani del posto fisso. Ma la Fca è disponibile ad assumere in proprio i mille nuovi lavoratori, una volta approvato il Jobs Act. Abbiamo già scritto che quel testo poteva essere migliore. Ma, nel mondo del possibile, ci si accontenti.

Se la Fca ritiene che, grazie alla nuova legge, si potrà procedere ad assunzioni vere e proprie, per quanto ci riguarda la medesima legge ha superato la prova del fuoco: cioè quella della sua convenienza, che solo può essere dimostrata dalle scelte dei direttori del personale delle imprese. E quindi dal mercato.

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