
Un clima sempre più caldo. Toni sempre più esasperati e parole e minacce che oltrepassano il limite. Con le piazze da Roma a Milano ancora invase dai cortei. Ne è esempio quanto accaduto nel capoluogo lombardo. Anche la figlia della premier finisce nel mirino degli antagonisti filo-palestinesi. In uno è scritto in rosso "Cara Giorgia anche tua figlia pagherà le tue scelte". In un altro la premier è raffigurata in divisa da gerarca fascista accanto al presidente israeliano Benjamin Netanyahu con le sembianze da Hitler. Un terzo accosta le foto di Mussolini e Hitler mentre si stringono le mani e accanto Meloni e il presidente israeliano, nella medesima posa.
Intanto il titolare del Viminale Matteo Piantedosi, al question time della Camera, ha ricordato che l'attenzione è alta "su possibili saldature tra tutti gli ambienti interessati a fomentare le tensioni sociali", e a "cercare fattori aggreganti" per alzare il tiro. Dall'inizio dell'anno, solo nel 2,8 per cento delle 8.647 manifestazioni ci sono stati problemi di ordine pubblico. Anche gli scontri nei cortei per la pace (1 su 4, 2.304 in tutto) ci sono stati solo nel 3,7 per cento dei casi. Ma da queste manifestazioni sono finiti in ospedale quasi 3 poliziotti feriti su 4 dei 330 refertati quest'anno. E il sessanta per cento dei feriti proviene dalle manifestazioni degli ultimi 10 giorni.
Le legittime proteste a favore del popolo di Gaza Flotille, manifestazioni di supporto alle spedizioni, scioperi Pro-Pal finiscono per mettere nel mirino soprattutto il governo. Come dimostrano, peraltro, le azioni legali intentate nei giorni scorsi dai partecipanti alla prima spedizione che, oltre ai maltrattamenti subiti nell'abbordaggio israeliano, denunciano la mancata tutela del nostro governo. E come sembra certificare la denuncia della premier, di Tajani e Crosetto per "concorso in genocidio" alla Corte Penale Internazionale da parte, tra gli altri, dei segretari di Rifondazione e di Sinistra Italiana, Maurizio Acerbo e Donatella Albini.
Ora il fronte che guarda più a Palazzo Chigi che al confine orientale del Mediterraneo rilancia, chiedendo alla premier un'informativa sugli "illegittimi arresti" di italiani, come ha fatto ieri il pentastellato Stefano Patuanelli, mentre da Milano a Bologna, da Roma a Bari si moltiplicano immediatamente gli annunci di presidi e manifestazioni a favore della nuova Flotilla. Poi c'è l'Anpi, che prima critica Meloni perché avrebbe sostenuto che la Gsf era un pretesto per attaccare lei, e poi nel comunicato con cui organizza un sit-in sotto il Mef non fa che prendersela con la premier.
La Flotilla bis finisce fermata in acque internazionali dalle forze israeliane, con 9 italiani a bordo. Il secondo tentativo in pochi giorni di forzare pacificamente il blocco navale viene prevedibilmente stoppato da Israele, e fin qui è quasi un gioco delle parti. Le spedizioni infatti, oltre al dichiarato intento di portare aiuti alla popolazione stremata di Gaza, hanno anche lo scopo palese di rappresentare una costante provocazione per Gerusalemme contro il lunghissimo blocco navale nelle acque di fronte a Gaza, blocco dichiarato da Israele fin dal lontano 2009.
In fondo anche lo skipper barese Tony La Piccirella, reduce dalla Gsf, appena rientrato in Italia aveva detto alla nuova Flotilla: "Fate rumore e poi riorganizziamoci per la prossima irresponsabile provocazione globale".