Qui ci sono solo due possibilità. La prima: che il padre gli dia una bella scarica di botte; la seconda: che la scuola gli mandi a casa la polizia o i carabinieri. Nella guerra contro i bulli non ci sono altre strade. Tutto il resto sono chiacchiere. Ma peccato che il mondo giri esattamente nella maniera opposta. Più infatti i figli si comportano in classe come delinquenti, più i genitori li difendono o li giustificano. Arrivando - e la cosa si ripete ormai quasi con cadenza quotidiana - ad aggredire il prof «reo» di essersi «permesso» di dare un voto «ingiustamente basso» al pargolo. Sul fronte invece delle denunce alla magistratura, non tutte le scuole hanno un comportamento esemplare: spesso si minimizza, si chiude un occhio, si opta per punizioni troppo blande o di facciata. Come è accaduto all'Itc di Alessandria dove, dopo che una maestra era stata legata e insultata, i responsabili sono stati «condannati» a svuotare i cestini dei rifiuti nelle varie aule. E sai che punizione... Ma perfino qui alcuni genitori hanno avuto la spudoratezza di opporsi: «È un servizio troppo umiliante». Sono gli stessi genitori che però, dinanzi all'umiliazione patita dalla povera insegnate, hanno tenuto la bocca ben chiusa.
Una linea più coerente è stata seguita invece all'Itc di Lucca dopo la diffusione social di uno dei tanti video vergognosi in cui un prof (tornato in servizio dopo un lungo periodo di malattia) viene bullizzato da diversi alunni della sua classe. Adolescenti vigliacchi che sanno fare la voce grossa solo quando sono in branco, ma che se si trovassero dinanzi a un carabiniere o a un poliziotto che li va a beccare a casa, se la farebbero addosso per la paura.
Ha fatto bene quindi il preside dell'«Itc Carrara» di Lucca (la scuola teatro del terribile film con vittima il prof ricoperto di insulti) a segnalare al Tribunale dei minori i nomi degli studenti responsabili. In attesa di auspicabili ma improbabili conseguenze (con i minori, si sa, la giustizia non può che usare la mano leggera), oggi il Consiglio di classe dovrà decidere - e speriamo lo faccia senza esitazioni - la bocciatura dei colpevoli. Allineandosi così anche a quanto ha dichiarato ieri dalla ministra della Pubblica istruzione, Valeria Fedeli: «Nei casi più gravi i bulli non vanno ammessi agli scrutini». Sorte che dovrebbe toccare anche allo studente dell'Itc di Velletri autore della seguente minaccia a una sua professoressa: «Ti faccio sciogliere nell'acido, ti mando all'ospedale, ti brucio la macchina». Pure in questo caso la storia è venuta fuori grazie a un video condiviso sui social e finito all'attenzione della Procura di Velletri. L'episodio è stato oggetto di un'informativa che i carabinieri hanno trasmesso all'ufficio del pubblico ministero che ora procede per il reato di minacce e oltraggio a pubblico ufficiale.
Nel nuovo governo, chi prenderà il posto del ministro
Fedeli, dovrebbe subito prevedere norme più severe contro i bulli e maggiori strumenti di tutela verso gli insegnanti. Che devono poter andare in cattedra rispettati da tutti.Come accadeva in passato. E come ora non accade più.
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