Il mini-taglio del cuneo fiscale è una vera beffa: per i dipendenti solo 30 euro, nulla alle imprese

Restano molti dubbi sull'ampliamento della platea fino ai 35mila euro di reddito

Il mini-taglio del cuneo fiscale è una vera beffa: per i dipendenti solo 30 euro, nulla alle imprese

«Siccome le risorse purtroppo non saranno così cospicue, lo faremo solo a favore dei lavoratori». Cosìieri da Trana il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha anticipato i contenuti della manovra in materia di taglio del cuneo fiscale. «C'è uno sforzo significativo per consentire a tutti i lavoratori di poter recuperare una perdita del potere di acquisto avvenuta negli ultimi anni in busta paga», ha spiegato, chiudendo di fatto la diatriba. In fondo, uno dei principali risultati del vertice di maggioranza svoltosi ieri mattina a Palazzo Chigi è stato proprio questo: l'abbassamento della pressione fiscale esclusivamente sulla parte lavoro e non sulle imprese.

D'altronde, con solo 3 miliardi di euro a disposizione per l'anno prossimo (5,3 miliardi per il 2021) sarebbe stato impossibile accontentare tutte le parti in causa rendendo lo sgravio di proporzioni ancor più ridotte rispetto a quelle che già si prefigurano. Come potrebbe funzionare la misura? Il governo sta vagliando tre ipotesi delle quali due sono più realistiche, mentre la terza ha meno probabilità di essere realizzata. La prima riguarda l'estensione di uno sgravio Irpef dagli 11,7 milioni di percettori del bonus da 80 euro (con redditi lordi annui da 8.174 a 26.600 euro) fino ai percettori di 35mila euro lordi annui, la vera middle class. Rimodulando il taglio del cuneo i primi beneficerebbero di 30 euro mensili da luglio (nel 2021 le risorse coprirebbero l'intero anno) e gli altri di circa 40 euro. Se, invece, si concentrassero tutte le risorse sui destinatari del bonus Renzi il benefit mensile sarebbe di 40 euro. Sembra, invece, più difficile che si possano destinare i 3 miliardi ai cosiddetti incapienti, cioè coloro che guadagnano meno di 8.174 euro lordi annui e pertanto non pagano le tasse e, dunque, non beneficiano di sgravi. Se il beneficio fosse indirizzato verso i soli lavoratori dipendenti, come ha detto Conte, riceverebbero circa 130 euro in più al mese.

Per il momento tanto i sindacati quanto Confindustria hanno sotterrato l'ascia di guerra per quanto avrebbero motivo di lamentarsi sia le aziende, lasciate a secco di risorse, che i rappresentanti dei lavoratori cui toccherà un «obolo» mensile che potrebbe essere mangiato, dagli aggravi su accise di diesel e tabacchi oltreché dalle tasse etiche su merendine, bibite, plastica e giochi. «Si è avviato un confronto di merito che si sta sviluppando, il punto non è solo la manovra ma una riforma vera delle pensioni, una riforma del fisco, della non autosufficienza, dei salari minimi», ha commentato Maurizio Landini, segretario della Cgil.

Il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, ha guardato altrove. «Non possiamo fare tutto e subito, ma il nodo delle infrastrutture è fondamentale», ha dichiarato aggiungendo che «ci sono risorse per 70 miliardi già disponibili ma da sbloccare per fare partire i cantieri».

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