Il ministero respinge le accuse del Pd. "Nessuna punizione alle città di sinistra"

La scelta del Viminale: alleggerire la pressione degli sbarchi sulla Sicilia: "Ma i migranti saranno ridistribuiti sul territorio nazionale"

Il ministero respinge le accuse del Pd. "Nessuna punizione alle città di sinistra"

Il ministro dell'Interno manda apposta le navi delle Organizzazioni non governative nelle città portuali amministrate dal Pd? In realtà il Viminale sceglie porti più lontani e sicuri per disincentivare il soccorso sistematico delle Ong del mare. E per diminuire la pressione su Sicilia e Calabria trasformati per anni nel campo profughi d'Europa. Per di più quasi tutti i grandi porti utilizzabili, non solo sull'Adriatico, sono in mano del centrosinistra, che aveva fatto man bassa nelle ultime elezioni amministrative.

«Inoltre una volta sbarcati i migranti vengono il più possibile distribuiti a livello nazionale, a secondo dei posti liberi nelle altre regioni - sottolinea al Giornale una fonte del Viminale - Ma è chiaro, come ha ribadito il ministro dell'Interno, che il sistema di accoglienza è in forte sofferenza in tutta Italia con oltre 100mila sbarchi nel 2022».

Antonio Decaro, del Pd, presidente dell'Associazione dei Comuni italiani, dichiara: «Non so se il coinvolgimento di molte città amministrate dal centrosinistra dipenda dal fatto che il centrosinistra amministri la maggioranza delle città, comprese quelle che si affacciano sull'Adriatico».

Taranto, Ancona, Livorno, Ravenna con sindaci del Pd o contigui sono le città indicate alle Ong nelle ultime settimane dal Viminale. I pochi porti significativi in mano al centrodestra, lontano da Sicilia e Calabria, sono Trieste, Venezia e Savona. Difficile mandare migranti che arrivano con le Ong del mare nel capoluogo giuliano già travolto dalla rotta balcanica. Improponibile inviare i migranti in una città turistica come Venezia e il porto di Savona è ancora più lontano rispetto ad Ancona, dove si sta dirigendo la nave Geo Barents di Medici senza frontiere.

La distanza punta a disincentivare i salvataggi multipli nello spirito del decreto Ong, appena approvato, che cerca di tamponare soccorsi sistematici da parte di imbarcazioni che non sono certificate per questo compito, ma vogliono sostituirsi agli Stati e alla Guardia costiera. Per non parlare del fatto che le Ong del mare hanno sbarcato oltre 12mila migranti in Italia lo scorso anno nonostante lo stato di bandiera sia la Germania o la Norvegia.

«I porti, così come il sistema dell'accoglienza al Sud sono al collasso. Inoltre, l'ultimo decreto varato dal governo prevede lo sbarco nel porto più sicuro, non in quello più vicino» spiega la sottosegretaria al ministero dell'Interno ed esponente di Fratelli d'Italia, Wanda Ferro.

Un'altra fonte governativa del Giornale, fa notare: «Gli stessi che predicano sempre solidarietà e chiedevano a gran voce di sbarcare subito i migranti in Sicilia e Calabria trasformando queste regioni nel campo profughi d'Europa, quando tocca a loro protestano e fanno le vittime».

Il vero nodo è il braccio di ferro con le Ong, che non possono più spostare migranti da una nave all'altra, attendere giorni in alto mare per realizzare soccorsi multipli e sbarcare tutti i migranti nel luogo più vicino e sempre in Italia. La sinistra non protestava quando Sicilia e Calabria erano sotto pressione anche grazie alle Ong del mare. A Pozzallo amministrata da un primo cittadino vicino alla sinistra sono sbarcati a ripetizione anche 500 migranti alla volta come nel giugno dello scorso anno. A Lampedusa, dove per anni, il sindaco era Totò Martello, esponente del Pd, non solo sono arrivate ondate di sbarchi autonomi, ma pure migranti dalle navi delle Ong. Per non parlare dell'ex primo cittadino di Palermo, Leoluca Orlando, che invitava le navi delle Ong a sbarcare i migranti nella sua città quando il ministro dell'Interno era Matteo Salvini.

La sottosegretaria Ferro respinge le accuse di «punizioni» politiche: «In un quadro di solidarietà abbiamo pensato di far sbarcare i migranti in tutti i

porti italiani e non più solo in Calabria e Sicilia, che hanno strutture ormai sotto stress, con un sistema al collasso. Credo che questo sia un vero atto di solidarietà sia per i migranti e sia per chi li deve accogliere».

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