È il primo vertice europeo della storia in una zona di guerra. Volodymyr Zelensky chiede altre armi per il fronte e l'inizio dei negoziati di adesione alla Ue quest'anno: «Credo che l'Ucraina lo meriti», dice, nonostante Bruxelles abbia parlato di sette step, una procedura lunga. La Commissione europea risponde con 30 milioni di lampadine Led per gli uffici postali, 2.400 generatori di energia, oltre ai 3mila già consegnati, per un totale di 450 milioni di nuovi aiuti. C'è la stretta di mano tra il presidente ucraino e la N. 1 della Commissione Ue Ursula von der Leyen, i baci sulle guance e le pacche sulle spalle tra i due. Poi il faccia a faccia, con lo stato maggiore del «governo» comunitario: per due giorni a Kiev con 15 commissari Ue, compreso Paolo Gentiloni.
Cordialità a parte - quello iniziato ieri è il quarto viaggio di von der Leyen nella capitale ucraina dall'invasione russa - restano le divergenze. Le richieste di Zelensky, sempre più insistenti. «Il ritmo delle sanzioni in Europa è un po' rallentato...», dichiara. «Quanto più qualitativamente questo compito verrà svolto, tanto più vicini saremo a sconfiggere l'aggressione», la rimostranza del politico in trincea. L'invito ad adottare «più rapidamente» altri round punitivi contro Mosca viene accolto da von der Leyen: «Introdurremo con i nostri partner del G7 un altro tetto sul petrolio russo ed entro il 24 febbraio avremo il decimo pacchetto di sanzioni già in vigore». E per ridurre la dipendenza dall'import di combustibili fossili, in particolare gas russo, le imprese ucraine potranno accedere a fondi europei, lavorando su infrastrutture per il biometano e sviluppando entro il 2030 un corridoio per l'idrogeno Ucraina-Ue. C'è pure la presa di posizione di Bruxelles: «La Russia dovrà contribuire alla ricostruzione», dice Ursula. Ma frena sull'ingresso nell'organismo a 27. Zelensky sta preparando riforme che cambieranno il Paese: «La guerra ci sta portando a un cambiamento di civiltà». Il suo pressing ha già fatto incassare a Kiev 50 miliardi dai vari attori europei, 1 per la costruzione, 25 milioni per lo sminamento. Entro «7-8 settimane» arriverà lo scudo difensivo italo-francese. E raddoppiano a 30mila i soldati da addestrare in Stati Ue.
Per formalizzare l'ingresso, l'Ue pone precise condizioni. Solo a ottobre ci sarà il rapporto europeo sul grado di implementazione delle riforme di Kiev, a partire dalla lotta alla corruzione esplosa come un bubbone. Ieri è arrivato pure l'impegno degli eurodeputati: 489 favorevoli, 36 contrari, 49 astensioni. Ma anche l'Eurocamera sottolinea la necessità di un processo meritocratico di adesione, illustrando le aspettative per il vertice Ue-Ucraina che oggi a Kiev entrerà nel vivo. L'Europa è al fianco del Paese aggredito, insiste Ursula, «qui si scrive il futuro dell'Occidente, è una lotta di democrazie contro i regimi autoritari, Putin mette a rischio la Russia».
L'Ue sta poi lavorando all'Aia per creare un «Centro per il perseguimento del crimine di aggressione». Secondo le stime della Banca mondiale, la Russia ha causato tra i 600 e i 750 miliardi di dollari di distruzione. Quindi Zelensky esorta gli alleati a fornire armi a lungo raggio: «La Russia sta concentrando forze contro l'Europa e il mondo libero». Per il titolare della Farnesina, non va però sottovalutato il rischio escalation: «Dobbiamo far di tutto perché non si chiuda la porta del dialogo», spiega da Roma Antonio Tajani.
Chi svolge un ruolo per far sedere al tavolo Putin e Zelensky, vedi Turchia e Vaticano, va sostenuto. «Creare una zona franca attorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia può essere un primo passo». Anche di questo si discuterà oggi a Kiev, con Charles Michel in rappresentanza dei 27.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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