Roma - Una fotocopia un po' sbiadita a volere essere cattivi. Oppure un governo che si dichiara renziano, ma è costretto a fare marcia indietro su tante renzate. Più dialogante e con tante smussature soprattutto sull'Europa. Nel discorso di insediamento alla Camera dei deputati, Paolo Gentiloni ha marcato qualche impercettibile distanza dal predecessore. Sullo stile, quando ha detto che il Parlamento «non è un social network». Concetto anti grillino, ma facilmente applicabile a Matteo Renzi, che sui social ha basato gran parte della comunicazione.
Gentiloni ha garantito continuità rispetto al precedente esecutivo: «Rivendico il grande lavoro e i risultati ottenuti». Ha spiegato che il suo governo sarà di «responsabilità», che si concentrerà «sui problemi degli italiani». In altre parole, niente impegno diretto sulla legge elettorale che resta materia del Parlamento. Che è la posizione di Renzi. In compenso Gentiloni si è fatto carico dell'emergenza terremoto, gli sfollati e la ricostruzione. Prossime tappe la presidenza italiana del G7 e il turno italiano nel consiglio di sicurezza dell'Onu.
Poi le vere priorità. Innanzitutto le banche. Il messaggio del premier è lo stesso di Padoan: «Il governo è pronto a intervenire per garantire la stabilità degli istituti e i risparmi dei cittadini». Quindi intervento pubblico se necessario. «L'Italia ha una economia forte, non aperta a scorribande e che ha smentito chiaramente le prospettive di apocalisse».
Più complesso il capitolo europeo. Al Consiglio Ue di domani e sabato si parlerà di uno dei temi che riguarda più da vicino l'Italia, cioè la revisione del protocollo di Dublino sull'immigrazione. Quello che costringe i Paesi dove approdano i richiedenti asilo o i rifugiati ad accoglierli. «L'Italia avrà un posizione netta. Non è accettabile e ancora meno nel quadro di una ipotetica riforma, che passi di fatto il principio di un'Europa troppo severa su alcuni aspetti delle sue politiche di austerity e troppo tollerante nei confronti di paesi che non accettano di condividere responsabilità comuni sull'immigrazione».
In teoria la conferma della linea dura di Renzi, che comprenderebbe anche il veto ai bilancio europeo pluriennale. Ieri il governo italiano ha confermato le riserve. Ma è probabile che tutta la partita sia rinviata alla prossima presidenza di turno del Consiglio, quella maltese. E così Gentiloni avrà più tempo per tornare indietro rispetto alla posizione di scontro totale di Renzi. Disponibilità che Bruxelles ha ben presente. Ieri il presidente della Commissione Juncker ha assicurato a Gentiloni il sostegno dell'esecutivo europeo. Conta la stima verso il nuovo Presidente del Consiglio, ma anche la conferma di Pier Carlo Padoan all'Economia.
Gentiloni ha poi indicato alcune aree sulle quali «non abbiamo dato risposte pienamente sufficienti». Il «lavoro dipendente e delle partite Iva, la parte disagiata della classe media». Poi il Mezzogiorno. Aree e categorie che hanno fatto perdere il referendum a Renzi e anche a Gentiloni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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