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Mitra, pupazzi e leva militare: Matteo in trincea a Pasquetta

Il ministro difende il suo consigliere e poi su Twitter brinda e gioca coi figli. Ma è solo una tregua «armata»

Mitra, pupazzi e leva militare: Matteo in trincea a Pasquetta

Antica e nuova frontiera, quella che s'affaccia sull'orizzonte del leader della Lega, Matteo Salvini. Tenuta finora sottotraccia il più possibile, considerato il guaio dei 49 milioni alla Lega spariti nel nulla, la partita sulla giustizia è ora il fronte in armi tra gli alleati di governo, e lo sarà ben oltre il traguardo delle Europee. «In armi» non sia detto a caso, considerata la surreale Pasqua e Pasquetta vissuta dal ministro dell'Interno, rifugiatosi alla ricerca di «relax e aria buona» con i due figli tra i monti dell'Adamello sopra Pinzolo.

Ma quella che doveva essere, nei saluti ai follower, una «dolce Pasqua» (con immancabile inno a santa Nutella, cui Salvini ha formulato persino gli auguri per i suoi 55 anni), è rimasta una specie di «via crucis» sui social, a causa del post lanciato l'altroieri dal suo «spin doctor», Luca Morisi, con tanto di foto del ministro che imbraccia un mitra. Monito silente agli avversari di governo, dopo il caso Siri - «Noi leghisti siamo armati e dotati di elmetto», che ha fatto sobbalzare tutte le cancellerie della sinistra «perbene» che sull'onda dell'hashtag diventato «trend topic» ha chiesto le dimissioni del giovane Morisi.

Salvini ha evitato di rispondere direttamente, con ciò facendo intuire di condividerne in pieno il contenuto vagamente minatorio, della serie: «altrimenti ci arrabbiamo». D'altronde, prima di partire, aveva lasciato ai suoi un messaggio dello stesso tenore, a proposito dei grillini: «Se la smettono di rompere le b*** tutti i giorni si va avanti, altrimenti si va a elezioni». E intimato di non raccogliere «provocazioni» nonché di dichiarare sul caso Siri solo previa autorizzazione. Al collega vicepremier Di Maio neppure un messaggio di auguri di Pasqua. Tra i cinguettii delle ore successive, sono così comparsi pure «unicorno, procione e coniglietto», i peluche da portare con la figlia in gita sui monti. Scampagnata finita con uno spritz «alla salute» (altro tweet) e «battaglia a palle di neve, Mirta e Fede battono papà Matteo tre a zero» (idem). Con l'aggiunta del piccolo bagno di folla riscosso nel piccolo centro trentino di Pinzolo, l'immagine inviata da Salvini via social è quella di serenità «armata», che dovrebbe permettere al governo di andare avanti, perché «non sono io che staccherò la spina, non ho voglia di perdere tempo nelle polemiche e andare a votare prima del previsto». Impermeabile agli attacchi di Di Maio e Conte, il capo leghista ha capito che il «gioco sporco» innescato dai grillini era volto a innervosire una Lega che veleggia sul 37% nei sondaggi e che avrebbe tutto da perdere da un eventuale passo falso. Nell'unica intervista, pubblicata a Pasqua da QN, ha quindi spiegato di rispettare «la magistratura che indaga, ovviamente. Ma stiamo parlando di un'ipotesi di presunti soldi promessi per un emendamento che non c'è mai stato Pretendere le dimissioni all'inizio degli accertamenti della magistratura non è da paese civile... Non so se siano un caso le azioni dei giudici verso la Lega Io invito tutti a tornare alla normalità. Non c'è nessun chiarimento con i 5stelle, io ho le idee chiare, se hanno bisogno loro di un chiarimento con se stessi non c'è nessun problema Mi auguro che qualcuno non voglia far saltare il tavolo per interessi di partito... Certo che se personaggi come Fico mi danno del fascista e del razzista Ma per adesso porto pazienza. A Di Maio e Conte non rispondo, faccio il ministro dell'Interno e mi occupo di cose concrete».

Tra queste, ultimo fronte la rinnovata suggestione del ritorno alla naja obbligatoria, «magari nel Corpo degli Alpini» (replica della ministra della Difesa, Trenta: «Idea romantica ma inapplicabile, pensiamo al futuro e non al passato»).

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