Cronache

Morta per un'overdose. In 6 uccisero Francesca

Ritrovata nella vasca piena di ghiaccio: in cella l'amico che le iniettò l'eroina e i pusher

Morta per un'overdose. In 6 uccisero Francesca

Francesca era piccola, ma portava sulle spalle il peso del mondo. Un'infanzia passata in comunità, fino a quando a diciassette anni la nonna che le aveva teso la mano, donandole una vita normale. Una vita in cui Francesca Manfredi, 24 anni, si era messa a lavorare proprio per non pesare economicamente sulla parente. Ma le ferite, troppo profonde, continuava ad anestetizzarle con mix di droga, la stessa che l'ha portata alla morte, con l'aiuto di un ragazzo che avrebbe potuto salvarla, ma è rimasto a guardare.

Ora ha una soluzione la fine della ragazza bresciana, avvenuta il 23 agosto 2020 nel suo appartamento in via Fornaci, dove si era trasferita da pochi giorni e dove la polizia l'ha trovata priva di vita immersa in una vasca da bagno piena di ghiaccio. E hanno un volto e un nome i sei personaggi accusati di aver ceduto sostanze stupefacenti alla giovane, causandone la morte per overdose di eroina. I poliziotti della squadra mobile, grazie a un'intensa attività di interrogatori e intercettazioni telefoniche, sono riusciti a ricostruire cosa è accaduto nelle giornate e la sera prima del decesso.

Francesca aveva molti amici cari, che le volevano bene e che conoscevano il suo passato fatto di silenzi e solitudine. Con loro, sotto la loro guida, non si drogava. Ma quando il passato e la tristezza avevano il sopravvento, si eclissava e si lasciava trascinare da conoscenze sbagliate. Gli accertamenti della mobile sono partiti il 23 agosto, quando al 118 è arrivata una segnalazione di una conoscente della 24enne, che aveva tentato invano di rianimarla. E i poliziotti hanno scoperto che il decesso era l'epilogo di tre giorni di sballo. La sera del 20 agosto, la vittima e Michael Paloschi, 33 anni, avevano fatto uso di ansiolitici e alcol, mentre il giorno seguente di ketamina e la sera li aveva raggiunti un'amica e avevano continuato con cocaina, hashish e alcol. Il 22 agosto ancora alcol, ketamina e eroina. Per metà veniva consumata da Paloschi per via endovenosa, mentre l'altra metà in parte fumata dalla ragazza e il restante veniva iniettato da lui in vena alla vittima, che non aveva mai assunto eroina.

Intorno alle 3.45 i due avevano sentito che Francesca aveva un respiro rumoroso, ma avano constatato che era ancora viva ed erano tornati a dormire. In particolare il 33enne aveva rassicurato l'altra dicendole che lui si era iniettato una dose doppia di eroina, quindi non ci sarebbero state conseguenze per Francesca. Quando la mattina seguente si sono accorti che non respirava più, hanno chiamato il 118: ma mentre la donna tentava di rianimarla, Paloschi cercava di disfarsi delle siringhe usate la sera prima.

Il referto del medico legale confermava una marcata positività della poveretta agli oppiacei, alla coca, alla ketamina, alle benzodiazepine e lieve ai cannabinoidi e che il decesso era stato causato da arresto cardio-respiratorio.

«Iniettando la sostanza stupefacente letale a Francesca per via endovenosa, perché lo sballo sarebbe stato più forte di quello provocato dal fumarla, Paloschi deve quindi rispondere di omicidio preterintenzionale» scrive il gip nell'ordinanza. Durante le indagini, coordinate dal pm Benedetta Callea, è stata smantellata la rete che riforniva di droga la vittima e diversi ragazzi bresciani.

Dovranno rispondere di detenzione e spaccio di stupefacenti una 25enne che cedeva costantemente alla vittima ketamina e marjiuana e un tunisino di 33 anni, che vendeva anche eroina e cocaina nonostante si trovasse in affidamento in prova, propri come il terzo arrestato, un 28enne finito in manette per spaccio di ketamina.

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