Mosca chiude a Trump: "No al vertice a tre". Il tycoon: "Non informato sui raid in Siberia"

Bocciata dai russi l'idea di un incontro con Putin e Zelensky. Una delegazione ucraina a Washington per aiuti e sanzioni

Mosca chiude a Trump: "No al vertice a tre". Il tycoon: "Non informato sui raid in Siberia"
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Donald Trump si dice aperto ad un incontro a tre con Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin in Turchia, mentre una delegazione ucraina arriva a Washington per discutere del sostegno militare americano e delle sanzioni contro la Russia (che secondo il leader di Kiev il tycoon dovrebbe imporre se i colloqui di pace franeranno per colpa dello zar del Cremlino). Il presidente Usa è disponibile ad accettare l'invito della sua controparte turca Recep Tayyip Erdogan a tenere colloqui di pace a tre «se si arriverà a questo, ma vuole che i leader delle parti in guerra siedano insieme al tavolo delle trattative», spiega la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt che ha anche confermato come il tycoon non fosse informato del raid ucraino in Siberia che ha colpito diversi base aeree. Mosca, tuttavia, chiarisce subito che un vertice del genere è «improbabile in un prossimo futuro».

«Putin ha ripetutamente sottolineato la sua disponibilità a contatti al massimo livello, ma dovrebbero essere il risultato di accordi già sviluppati a livello tecnico, di esperti», ribadisce il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, precisando che «sarebbe sbagliato aspettarsi decisioni e progressi immediati» nei negoziati di Istanbul. Mentre sulla possibilità di «compromessi» da parte di Mosca rispetto alle richieste per mettere fine all'invasione dell'Ucraina, Peskov spiega che «si tratta di un argomento che rientra nel processo negoziale e che non può essere reso pubblico».

Intanto, il giorno dopo che Russia e Ucraina hanno tenuto il secondo round di colloqui, una delegazione di Kiev con Andriy Yermak, capo di gabinetto di Zelensky, il vice primo ministro Yulia Svyrydenko e altri funzionari governativi, è arrivata nella capitale Usa. «Promuoveremo attivamente questioni importanti per l'Ucraina, il nostro programma è piuttosto ampio», afferma Yermak su Telegram. «Abbiamo in programma di discutere del sostegno alla difesa e della situazione sul campo di battaglia, del rafforzamento delle sanzioni contro la Russia, in particolare del disegno di legge del senatore Lindsey Graham», prosegue. Sul tavolo anche l'accordo bilaterale sui minerali, che garantisce agli Stati Uniti un accesso preferenziale ai nuovi progetti minerari ucraini e istituisce un fondo di investimento che potrebbe essere utilizzato per la ricostruzione del Paese. «Parleremo dei risultati degli incontri di Istanbul, e come la federazione russa stia allungando il tempo per il cessate il fuoco e i negoziati in nome della guerra», dice ancora. La proposta di Graham, volta a imporre ulteriori pesantissime misure restrittive alla Russia, potrebbe essere approvata questa settimana, e stabilisce una tariffa del 500% sui beni importati dai paesi che acquistano petrolio, gas, uranio e altri prodotti russi. I senatori del Grand Old Party attendono però il via libera del comandante in capo, che pur avendo duramente criticato lo zar del Cremlino è restio a varare sanzioni che chiuderebbero ogni spiraglio di dialogo.

Zelensky ha esortato gli Usa e Trump a imporre sanzioni più severe alla Russia per «costringerla» a un cessate il fuoco, accusando Mosca di volere solo una «breve pausa» negli scontri e non una tregua completa.

«Ci aspettiamo davvero che il presidente Trump adotti misure forti e che sostenga le sanzioni per costringere Putin a porre fine alla guerra - sottolinea - o almeno a passare alla prima fase, ovvero il cessate il fuoco».

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