
Ha ragione Zelensky quando sostiene che Mosca vuole spegnere la luce e la speranza del suo popolo. Lo si evince dall'ondata di droni e missili che si è abbattuta sull'Ucraina, lasciando dietro di sé macerie, black-out e paura. È stato uno degli attacchi più massicci dall'inizio dell'invasione: oltre 450 droni e più di trenta missili russi, anche i supersonici Kinzhal, hanno colpito in modo coordinato infrastrutture energetiche in nove oblast del Paese. A Zaporizhia un bambino è rimasto ucciso. Kiev si è risvegliata al buio: ampie zone della capitale non hanno tutt'ora elettricità, con interruzioni anche della rete idrica per 270mila persone. Il ministero dell'Energia ha esortato la popolazione a limitare i consumi nelle ore di punta per alleggerire la rete. I raid degli ultimi giorni, favoriti secondo Zelensky dalle avverse condizioni climatiche che hanno mandato in tilt i radar, hanno distrutto oltre la metà della produzione di gas naturale, aggravando la già pesante crisi energetica. Il sindaco di Kiev Klischko avverte la cittadinanza: "Nei prossimi giorni attacchi infernali. Fate scorta di acqua, cibo e di kit di pronto soccorso".
Mosca rivendica l'attacco, sostenendo che gli obiettivi erano "infrastrutture energetiche delle imprese militari". Il blitz ha spinto gli ambasciatori del G7 a convocare una riunione d'emergenza con la ministra ucraina dell'Energia Grinchuk. L'Ue condanna con la massima fermezza i bombardamenti, ribadendo il sostegno a Kiev, condiviso dai "volenterosi" Starmer, Macron e Merz.
Sul fronte internazionale cresce la tensione per l'esercitazione nucleare della Nato, Steadfast Noon, che prenderà il via il 13 ottobre nei Paesi Bassi. Il segretario generale Rutte, ha sottolineato che si tratta di una "manovra di routine", ma che "invia un chiaro segnale ai potenziali avversari". In parallelo la Russia ha avviato esercitazioni della sua Flotta del Baltico nel Golfo di Finlandia, mentre Putin, che ha sottolineato l'importanza degli accordi con Trump in Alaska, ha ribadito che "se gli Usa forniranno missili Tomahawk a Kiev, rafforzeremo le difese aeree. Il nostro deterrente nucleare resta superiore a quello di qualsiasi altra potenza".
Sul piano militare il sostegno occidentale a Kiev si rafforza: Londra anticipa la consegna di missili di difesa aerea, Berlino acquista 600 blindati
anti-drone, mentre Washington approva nel bilancio 500 milioni di aiuti. I Paesi Baltici elaborano un piano di evacuazione in caso di invasione russa. Già attuato da Kramatorsk (Donetsk), dove vengono messi in salvo i bambini.