Roma. L'aula del Senato ha approvato in via definitiva la proposta di legge del deputato del Pd, Sergio Boccadutri, che sblocca il finanziamento pubblico ai partiti per gli anni 2013 e 2014. I sì sono stati 148, i no 44 e 17 gli astenuti. Quasi tutti i gruppi hanno votato a favore, contrari i grillini, mentre Sel si è astenuta (a Palazzo Madama l'astensione vale voto contrario, ndr ).
La nuova normativa consente di sbloccare 45,5 milioni di euro relativi agli anni 2013 e 2014 precedentemente non assegnati, consentendo a tutti di onorare i propri debiti. La commissione parlamentare di garanzia, per mancanza di personale (cinque addetti per 48 bilanci da controllare minuziosamente, ndr ), non ha infatti potuto esaminare nel dettaglio le certificazioni relative ai rendiconti presentati dalle varie formazioni. Tra la fine di luglio e l'inizio di agosto gli uffici di presidenza di Camera e Senato hanno perciò bloccato parzialmente l'erogazione di parte del finanziamento pubblico prevista per i partiti nel biennio in questione. Si tratta di risorse «salvifiche» per tutte le forze politiche in quanto dal 2017 entrerà in vigore il nuovo regime di finanziamento pubblico che destinerà ai partiti solo il 2 per mille (da parte di coloro che faranno una scelta ad hoc nella dichiarazione dei redditi) e le donazioni private. «Tengo a precisare che tutti i partiti hanno adempiuto esattamente agli obblighi di legge sul finanziamento della politica. Hanno presentato i loro documenti a supporto del bilancio, in grado di giustificare ogni singola spesa agli occhi della società di revisione esterna», ha dichiarato il relatore Miguel Gotor, esponente della minoranza Pd e personalmente contrario al nuovo sistema che entrerà in funzione tra due anni.
Plateali come al solito le proteste dei senatori M5S. Il capogruppo Gianluca Castaldi ha fatto esibire una gigantesca carta di credito con la scritta «Boccadutri card» salvo scivolare su un congiuntivo. «Se potrebbe cortesemente controllare», ha detto rivolgendosi al presidente Piero Grasso facendosi correggere in coro dal resto dell'Aula che ha urlato: «Se potesse!».
La senatrice Paola Taverna, invece, si è lasciata andare a considerazioni triviali e cabarettistiche. «Voi fregate questi soldi ai cittadini italiani. Se destinaste quei soldi alle politiche sociali, noi non vi chiameremmo ladri ma benefattori», ha chiosato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.