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5S allo sbando anche nella Regione più grillina

In Sicilia il Movimento cinque stelle annaspa. Tra la mancanza di un coordinatore politico e le numerosi correnti che si sono create all'interno del partito.

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Una barca senza timoniere e senza il mozzo. Questa è la situazione del M5S in Sicilia che dopo la batosta arrivata da Napoli sulla leadership di Giuseppe Conte è senza un coordinatore regionale dell’Isola da troppo tempo. Proprio l’ex premier, tempo fa aveva dato la sua parola nello scegliere un regista per la Sicilia, ma l’elezione del presidente della Repubblica aveva fatto slittare anche questa scadenza.

Termine ultimo che scivola da più di un anno, creando dei microcosmi all’interno del partito stesso. E se il famoso motto “uno vale uno” inneggiato come slogan elettorale nelle scorse stagioni dal M5s per evidenziare l’essenza del movimento, oggi l’umore politico potrebbe essere: “Fidarsi è bene non fidarsi è meglio”.

Il momento è pesante per i grillini siciliani. Se quattro anni fa sono stati capaci di imporsi in tutti i collegi uninominali nell’Isola, oggi, in vista delle imminenti elezioni comunali a Palermo non riescono a fare quadrato rispetto ad una strategia politica per la prossima disputa elettorale.

Non da meno la situazione del gruppo parlamentare all’Assemblea Regionale Siciliana, quasi dimezzata a causa dei transfughi che hanno creato un nuovo gruppo a sala d’Ercole di Palazzo dei Normanni. Inoltre la scelta del coordinatore regionale pentastallato in Sicilia non è di facile risoluzione. Se prima quella nomina veniva contesa tra il sottosegretario alle Infrastrutture Giancarlo Cancelleri e l’eurodeputato Dino Giarrusso, oggi a Roma vige l’incertezza più totale. A quanto pare, a Conte, sono arrivate una serie di missive da parte dei politici del suo partito che evidenziavano numerosi mal di pancia in merito ai due personaggi, considerati divisivi e politicamente egoisti. A questo si aggiunge che Conte e il ministro degli Affari Esteri, Luigi Di Maio, non rappresentano in Sicilia le uniche correnti politiche per la leadership del movimento.

Nel frattempo uno dei tre Grandi elettori e capo gruppo all’Ars, Nuccio Di Paola, a gennaio aveva fatto un appello all’ex premier dicendo: “Per noi il referente dev’essere pescato dal gruppo dei deputati regionali”. Ma la linea politica oramai è saltata. E se le voci di corridoio danno come il più gettonato a ricoprire quel ruolo, il deputato Antonio De Luca, in verità il malessere del partito spariglia anche su questa scelta.

Un’altro esempio? Alle trattative per le prossime elezioni comunali a Palermo i grillini sono arrivati in gruppo: nessun referente in rappresentanza. Una decina di politici si è presentata all’appuntamento per trattare con le possibili altre forze politiche di coalizione. “A Roma stanno peggio”, afferma un grillino. “Qui in Sicilia paradossalmente stiamo meglio.

La distanza aiuta!”.

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