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Il movimento dopo Di Maio, Grillo: "Grazie per quello che hai fatto"

Il nuovo capo, Vito Crimi, parla intanto da leader: “Non sono un traghettatore”. Di Battista, Taverna, Appendino i nomi che circolano per il dopo Gigino

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Petali di rose cosparse di getto su un arido campo di battaglia: il Parlamento italiano. E poco importa che si stia certificando una sconfitta. Il Movimento 5 Stelle che fu ha perso le ali e con esse quell’indistinguibile slancio protagonista della sua avventura iniziale. Per non morire decide di cambiare pelle, sperando che una nuova guida riesca a farlo risorgere dalle ceneri.

Arriva quasi 48 ore dopo le dimissioni di Luigi Di Maio il messaggio di Beppe Grillo. In un tweet il fondatore e garante del movimento scrive: “Grazie Luigi per come hai gestito la situazione, per tutto quello che hai fatto per il M5S e per quello che continuerai a fare. In alto i cuori!”. Si tratta dell’onore delle armi dopo la resa.

Intanto parte, senza fare poco rumore, il dopo. Una nuova stagione di rilancio. In vista degli stati generali del prossimo marzo, il movimento fa i conti con se stesso e con il potere. Si fanno vari nomi per chi subentrerà ai vertici. Il primo a parlare è Vito Crimi e lo fa con le sembianze da leader. Lontano da quelle immagini che circolano sul web, quando si ritrovava pacioso e assopito durante una seduta parlamentare. Non vuole essere considerato un traghettatore.

“Mi dicono che sono la persona giusta per condurre il movimento in questo momento di crescita, alla luce della mia lunga esperienza. Ma non farò nessuno strappo, lavorerò in continuità con il percorso che Luigi ha avviato e che io devo portare avanti alla luce delle criticità rilevate”. Parla così, in un’intervista al Corriere della Sera, la nuova guida politica. Quanto alla sua leadership, afferma: “Non ci poniamo il problema dei tempi, ma di guidare il M5S nella riorganizzazione. In ogni caso, da capo politico, ho tutti i poteri previsti dallo statuto”. Crimi sente addosso una grossa responsabilità.

Ha riscosso tantissimi attestati di stima, certo. Attivisti e colleghi si sentono rassicurati dalla sua figura. Ma la tracimazione dell’iniziativa politica dei pentastellati è a un passo. Rischiano l’implosione. Il fuggi fuggi. L’addio alle armi. Non dimentichiamo che il movimento è piombato dal 32% a un ben più limitato andazzo del vivacchiare. Il bivacco e l’impotenza sono dietro l’angolo. I sondaggi vedono un M5S dimezzato e Crimi è pronto alla rivincita.

Su come sarà il movimento a guida Crimi, se sarà con la Ue o contro, per i porti chiusi o aperti, la nuova guida risponde che i 5 Stelle non sono mai stati contro l’Europa perché questa semmai va rifondata. Secondo il neoleader lo dicono i fatti. Con il nuovo governo stanno contribuendo a migliorare le politiche di Bruxelles. Non è un caso se la redistribuzione dei migranti sia passata da 11 persone al mese a 98.

I pentastellati dovranno fare i conti con una nuova struttura più rigida simile al partito classico. Qualcosa che sembra ormai inevitabile. Andranno verso un organo al vertice con un tasso più o meno ampio di collegialità. Si tratterà di una segreteria, come sembra volere Di Maio, strutturata sui facilitatori e il team del futuro. Poi una figura apicale, di vertice, sopra tutti. Oppure questa massa informe potrebbe assumere un’altra fisionomia.

Si potrebbe andare verso la creazione di un asse guidato da Paola Taverna con il ministro Stefano Patuanelli, Roberto Fico e l’ex fedelissimo di Di Maio, Riccardo Fraccaro. Sarebbe questa la mossa per frenare i desiderata dell’ex capo politico che, secondo diversi giornali, starebbe invece guardando alla sindaca di Torino, Chiara Appendino, come successore. L’altro nome che gira per i corridoi del palazzo, quello che loro volevano aprire come una scatoletta di tonno, è Alessandro Di Battista.

Un personaggio rimasto silente a lungo, mentre i grillini cercavano invano di fare la storia.

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