Cronache

Multa al padre che porta i fiori dove morì il figlio

Multa al padre che porta i fiori dove morì il figlio

Una multa non da poco. Oltre 4500 euro, scrive in un post su Facebook Alessio Feniello per essere andato a Rigopiano a portare i fiori, dove hanno ucciso suo figlio Stefano. «Mi sono introdotto, secondo loro, in un'area sottoposta a sequestro, quella dell'hotel» spiega con rabbia, postando le foto della notifica del tribunale di Pescara a pochi giorni dall'anniversario della tragedia che causò 29 morti tra cui il suo ragazzo. Due anni fa, infatti, il 18 gennaio del 2017, una slavina cadde su un albergo a Farindola nel pescarese. «Io non pago - aggiunge - e, se necessario, mi faccio tre mesi di carcere. Quelli che non hanno fatto niente per salvare 29 persone a Rigopiano stanno tutti ancora a piede libero io invece devo pagare». «Chiedo - conclude- di far arrivare questo messaggio al ministro Salvini per vedere cosa ne pensa».

La multa, che non mancherà di fare discutere, è stata stabilita dal gip del tribunale di Pescara che ha aderito a una richiesta del pm Salvatore Campochiaro formulata il 3 luglio dell'anno scorso, nei confronti di Alessio Feniello, originario di Valva, nel Salernitano, padre del 28enne Stefano, una delle 29 vittime di una delle tragedie più gravi causate da una slavina in Italia. È lo stesso Feniello a condividere sui social le foto dei provvedimenti con cui, da una parte, il pm chiede l'emissione del decreto penale di condanna in quanto l'indagato si sarebbe introdotto «abusivamente» nonostante «le ripetute diffide ed inviti ad uscirne rivoltigli dalle forze dell'ordine addetti alla vigilanza del sito»; dall'altra, il gip applica la pena della multa, «ritenuto che dall'esame degli atti risulta provata la responsabilità».

Ieri, intanto, sono iniziati gli interrogatori degli indagati nel filone principale dell'inchiesta, chiusa nelle scorse settimane con 25 indagati. L'ex prefetto Provolo indagato anche in questo troncone ha rinunciato a comparire davanti al procuratore capo Massimiliano Serpi e al pm Andrea Papalia.

Mentre hanno risposto alle domande dei magistrati Antonio Di Marco, ex presidente della Provincia di Pescara, il legale responsabile della società proprietà del hotel, Bruno Di Tommaso, il dirigente del settore Viabilità della Provincia di Pescara Paolo D'incecco e Mauro Di Blasio, responsabile del settore Viabilità della Provincia di Pescara e referente di Protezione civile.

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