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Nel 2017 mandati a casa 324 statali

Molti i licenziamenti causati da assenteismo, corruzione e peculato

Nel 2017 mandati a casa 324 statali

È tempo di bilanci nella pubblica amministrazione. Dopo le nuove regole inserite dal decreto della ministra Marianna Madia, il dicastero della Funzione pubblica rende pubblici i numeri dei lavoratori licenziati nel 2017 per assenteismo e non solo.

A perdere il lavoro a causa delle gravi irregolarità commesse son stati 324 dipendenti pubblici. Quasi la metà (il 48 per cento del totale) sono stati licenziati a causa della assenze dal servizio. Tra questi sono 55 i cosiddetti «furbetti del cartellino», lavoratori che hanno attestato falsamente la loro presenza in ufficio strisciando il badge per poi allontanarsi dal luogo di lavoro per dedicarsi ai fatti propri, mentre 99 persone non hanno giustificato le assenze o non le hanno comunicate nei termini prescritti dalla normativa. La stretta voluta dalla Madia sta dando i suoi frutti e rispetto al 2016 sono stati registrati 24 casi in più di licenziamenti per falsa attestazione della presenza. In linea generale invece si è registrato un calo (-5,8 per cento) dei dipendenti che hanno perso il posto per motivi disciplinari, che nel 2016 sono stati 344.

Non sono pochi i dipendenti cacciati via dopo aver commesso reati contro la pubblica amministrazione, dalla corruzione al peculato: 80 licenziamenti per questo motivo, il 25 per cento del totale. La cattiva condotta - negligenza, inosservanza delle disposizioni di servizio o comportamento non corretto nei confronti di superiori, colleghi o utenti - è costata il posto a 72 lavoratori. In 18, invece avevano un doppio lavoro e sono stati scoperti.

Il 2017 è stato il primo anno che ha visto funzionare le regole della ministra Madia sulla flagranza, in base alle quali si applica l'iter accelerato che prevede per chi viene sorpreso a timbrare e poi assentarsi dal servizio la sospensione entro 48 ore dal fatto e il blocco dello stipendio, poi il licenziamento veloce entro 30 giorni invece dei 120 previsti prima della riforma. Il segretario generale della Uil, Antonio Foccillo, in riferimento all'elevato numero di licenziamenti dei «furbetti del cartellino» invita a non fare di tutta l'erba un fascio.

«Non è ragionevole colpevolizzare e mettere alla gogna mediatica tre milioni di lavoratori a causa di soli 55 dipendenti che non hanno rispettato le regole», dice.

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