Ma nel salotto di Mediaset si trova a suo agio

Alla fine Renzi ha persino presentato l'ospite successivo: «Dopo la pubblicità, il collega di Francesco Guccini, Nino D'Angelo». Era la seconda volta in pochi mesi che andava ospite di Barbara D'Urso. La prima, durante la campagna per le Europee, era andata piuttosto bene. Perciò. Stavolta da come è parso a suo agio non è più il caso di parlare di partita in trasferta. Semmai di cambio di ruolo, perché la D'Urso è riuscita a spostarlo sul terreno dello show e del privato. I giornali hanno scritto di «Tele-Nazareno», di «prosciugamento consenziente» del centrodestra. «Ho letto tante riflessioni, tanti commentoni: lasciamoli fare - sornioneggia Renzi -. Noi parliamo dei problemi della gente».

Abito nero con mega-orlo di pizzo lei, cravatta azzurra su camicia bianca con maniche rivoltate al gomito lui: nello studio di Domenica Live c'è un'aria complice. Barbara e Matteo si danno del tu. Siedono su poltroncine bianche simil- Porta a Porta , ma la padrona di casa non si atteggia a conduttore politico. «Faccia (...)

(...) capire a me, che sono la Comare Cozzolino», lo invita a tempi e linguaggio adatti al suo pubblico. Il premier spiega la legge di Stabilità chiamandola finanziaria. Le Regioni sono arrabbiate? Gli passerà. L'Italia è bella, speciale, «non sarà mai un Paese normale», butta lì en passant (D'Alema si rassegni). Gli applausi si susseguono. «C'è un altro grande problema che tu devi risolvere, ma te lo dico dopo la pubblicità», ammicca la D'Urso per tenere i telespettatori durante il break . Il grave problema è la burocrazia. Per risolverlo «non basta schioccare le dita, non basta Fonzie», risponde lui citando uno dei soprannomi affibbiatogli dopo l'ospitata in chiodo nero da Maria De Filippi. Come dire: conosco la drammaticità della situazione, datemi fiducia. Barbara poggia i gomiti sulle ginocchia e si protende in avanti. «Parliamo del Tfr e poi della tua amica Camusso, preparati alle montagne russe, perché accadrà di tutto». Renzi guarda in camera e sgombra il sottotesto: «Non esageriamo». Il Tfr in busta paga? Si gira verso il pubblico in studio: «Lasceremo scegliere al cittadino». Applausi di approvazione. La D'Urso aggrotta le sopracciglia, parla della «paura» delle famiglie. Adesso è Renzi che sta in punta di poltrona. Sottolinea la necessità di partire da qualcosa di positivo. L'Italia è il Paese che ha più risparmi. «Si cambia creando un clima diverso». Poi annuncia gli 80 euro ai genitori che hanno un figlio per i primi tre anni di vita. Si parla di Genova, Renzi non ci è andato «per non fare passerella. I soldi per intervenire ci sono già. Io devo spalare il fango della burocrazia», chiude con ottima sintesi. Arriva altra pubblicità. Quanti soldi fa fare al suo editore, commenta lui. Lei, aziendalista: non abbiamo il canone. Lui: non fate le vittime, non siete stati trattati male in questi anni. Lei, fiera: nelle mie trasmissioni di pubblicità ce n'è tanta. Lui, autoironico: sono un intermezzo tra un break e l'altro. Spunta il Renzi di Crozza che boicotta la conferenza del ministro Padoan: «Vediamo se sei permaloso», lo stuzzica lei. «Quando ci si rivede si dice sempre: io non sono come nelle imitazioni. Invece sì», ammette disinvolto. Il finale è tutto sulla vita privata. La nonna Maria e la festa per i suoi 94 anni alla quale «non posso essere presente per colpa tua». «Mi dici una cosa da femmina (altro sottotesto): tua moglie Agnese come si ritrova in questo nuovo mondo con diplomatici e capi di Stato?».

«Insieme cerchiamo di proteggere i nostri figli affinché facciano una vita normale». La platea è conquistata. «Quando smetterai di fare il premier fra 150 anni farai una trasmissione con me...». Ma senza aspettare troppo qualcosa si è già visto.

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