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Nell'Isis-leaks tre killer di Parigi e molti «italiani»

Nell'elenco Anas al Abboubi, l'ex rapper di orgine marocchina cresciuto nel Bresciano

Ci sono anche i nomi di tre autori degli attentati del 13 novembre scorso a Parigi nel cosiddetto «Isisleaks», la lista con migliaia di nomi di jihadisti consegnata alla stampa britannica e tedesca da un pentito dello Stato Islamico e ora al vaglio dei servizi d'intelligence europei. Secondo quanto rivelano la Süddeutsche Zeitung e le emittenti televisive tedesche Ndr e Wdr, che hanno potuto visionare gli elenchi, i tre sarebbero Samy Amimour, Foued Mohammed Aggad e Omar Mostefa, responsabili della morte di 90 persone nella sala concerto parigina Bataclan. Nei documenti apparirebbe anche Abdelhamid Abaaoud, considerato uno dei principali organizzatori degli attentati parigini, ma il suo nome viene indicato semplicemente come «garante» per l'ingresso i Siria di un altro jihadista francese.La polizia criminale tedesca ha detto che è «molto probabile» che le liste degli affiliati tedeschi siano autentiche. Il ministro dell'Interno francese, Bernard Cazeneuve, ha invece invitato a restare «molto prudenti». Di certo c'è che i nomi contenuti nella lista sono circa 1700 e non 22 mila come inizialmente affermato. Infatti le schede sarebbero in molto casi duplicati oppure conterrebbero informazioni incomplete. Quelle invece utili per rintracciare le generalità dei membri dell'Isis sono 1736. Inoltre la lista sembra ormai vecchia di circa due anni, a giudicare dal fatto che l'intestazione riporta la dizione «Stato islamico dell'Iraq e del Levante» usata fino al 2014, e non semplicemente quella di «Stato islamico» introdotta quando è stato proclamato il Califfato. Quindi molti di coloro che vi compaiono potrebbero già essere morti, forse immolatisi sulla via del jihad.I file sono stati trafugati da un sedicente disertore dell'organizzazione jihadista e pubblicate da media occidentali e arabi. Il disertore, indicato con il nome di comodo di Abu Hamed, è riparato nella città turca di Gaziantep, proveniente da Raqqa, come hanno indicato all'Ansa attivisti nella roccaforte dell'Isis in Siria. È stato lui stesso a raccontare la propria storia davanti alle telecamere di Sky News araba, con la testa e il volto interamente coperti, tranne gli occhi. Dopo avere combattuto il regime di Damasco nelle file dell'Esercito libero siriano (Els), si era arruolato nello Stato islamico. Ma poi ha deciso di fuggire perché, afferma, «l'Isis non è l'Islam, è una menzogna».Ciò che non pensavano, evidentemente, i 1736 nomi della lista, appartenenti a una cinquantina di Stati diversi. Solo l'1,7 per cento di essi sono siriani. Gli altri sono per il 72 per cento provenienti da altri Paesi arabi, con in testa l'Arabia Saudita, dall'Europa (in maggioranza i francesi, 35 volontari), e da vari Paesi asiatici. Anche gli Stati Uniti sono rappresentati, con quattro jihadisti. Dentro c'è di tutto. Anche Anas al Abboubi, il ventiquattrenne di origine marocchina cresciuto a Vobarno, in provincia di Brescia, dove fino al 2012 faceva il rapper con il nome di McKhalif. Poi la conversione e l'arresto da parte della Digos nel giugno del 2013 con l'accusa di attività legate al terrorismo internazionale. Dopo due settimane Anas al Abboubi venne scarcerato e raggiunse via Turchia la Siria. Qui il 12 settembre dello stesso anno si arruolò ad Aleppo nell'Isis con il nome di Abu Rawaha al Italy, «Abu Rahawa l'italiano». Nella domanda contenuta nella scheda relativa a quale ruolo vuole svolgere, indica quello di attentatore suicida. Tra i reclutati anche Abu Ishak al Tunisi («il tunisino»), un operaio di 39 anni che ha vissuto in cinque Paesi della Ue, tra cui l'Italia.

Tra le figure più curiose vi è un uomo indicato come ex soldato dell'esercito tedesco, arruolato con il nome di Abu Jumah al Almani («il tedesco»), introdotto all'Isis da un ceceno, Abu Soheil al Shishani. Tra coloro che hanno un passaporto europeo figura anche l'olandese di origine marocchina Abu Hilal, già proprietario di un negozio di frutta ad Amsterdam.

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