Un piccolo fagottino rosa di due mesi, portato in braccio già pieno di lividi dai genitori. Nella notte, quando non è più venerdì e non è ancora sabato, la corsa all'ospedale di Vibo Valentia. Padre e madre raccontano di averla sentita piangere e lamentarsi, di non essere riusciti a calmarla in alcun modo, e di avere deciso così di portarla in ospedale, per cercare aiuto. Ma il corpicino della piccola è pieno di lividi, come rivela in una prima ricostruzione la Gazzetta del Sud, e dai ricordi di chi l'ha soccorsa trapela che perdeva anche sangue dal naso.
I genitori e la bimba arrivano da san Pietro di Caridà, un paese di collina, mille anime seminascoste dalle pendici del monte Crocco, in una Calabria che non è facile raggiungere né conoscere. Trenta chilometri di strada e quaranta minuti di tempo per arrivare a Vibo Valentia, cento chilometri per Catanzaro, che sarà la destinazione finale dell'ambulanza e di questa minuscola vita. Distanze grandi che diventano enormi quando una personcina così fragile è in pericolo.
Eppure i medici di Vibo Valentia, il pediatra e i dottori di turno, si accorgono subito che la situazione è gravissima, ritengono che le strutture del loro ospedale non siano in grado di salvare la neonata che appare subito come un caso disperato, e allora la piccola dovrà affrontare un altro viaggio della speranza. Settanta chilometri nel cuore della Calabria ancora la separano dall'ospedale di Catanzaro. Risulta tutto inutile: nel reparto di rianimazione dell'ospedale Pugliese-Ciaccio di Catanzaro il cuore della bambina smette di battere.
Ecchimosi è il termine medico che dice di macchie bluastre, rossastre, dai colori così diversi dal bianco tenero e dolce della pelle di una bimba. Ne ha sparse un po' ovunque. Lesioni, segni che a prima vista farebbero pensare a qualcosa di violento che può avere colpito la piccolina.
Non è facile capire che cosa sia realmente accaduto all'esserino morto in un ospedale della Calabria dopo appena sessanta giorni vissuti su questa terra. Al momento è impossibile essere sicuri di ciò che è stato, di come se ne sia volata via col il corpo trasformato in un reticolo di macchie sconvolgenti.
Le ipotesi sono talmente inquietanti che si fatica persino a pensare, figurarsi a ripeterle ad alta voce o a metterle nero su bianco. Sul decesso della piccola è stata aperta un'inchiesta dalla Procura della Repubblica di Catanzaro. Le indagini sono condotte dalla Squadra mobile e le dichiarazioni dei genitori, così come le perizie sul corpicino e i test medici, sono al vaglio degli inquirenti.
È probabile che sarà necessaria l'autopsia per cercare di comprendere meglio come e perché la bimba sia morta. Per punire i colpevoli, consolare chi resta e cercare di evitare che un altro frugolino di due mesi come lei possa lasciarci un'altra volta così.
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