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Nero, tosto e anti-islamico. Se il dopo Obama fosse Carson?

Il chirurgo nato in una periferia poverissima di Detroit si candida a rappresentare la comunità afro delusa dai democratici. E arriva anche l'"endorsement" di Murdoch

Nero, tosto e anti-islamico. Se il dopo Obama fosse Carson?

Attenti a quest'uomo: potrebbe diventare il secondo presidente nero degli Stati Uniti, ma con più di una differenza rispetto ad Obama: è un conservatore e uno scienziato, un neurochirurgo di fama mondiale (il primo che sia riuscito a separare due fratelli siamesi senza dover sacrificarne uno). Ed è tanto anti-islamico quanto Obama è considerato filoislamico essendo cresciuto da un patrigno musulmano in Indonesia. C'è di più: il magnate dei media Rupert Murdoch ha sponsorizzato ieri il candidato nero repubblicano Ben Carson dicendo che Obama non è un vero afroamericano. Carson al contrario, sostiene Murdoch, è un super americano e un super afro-americano.

Nato nel 1951, è un bell'uomo dalla faccia aperta, occhiali professorali, pizzetto accademico e una abilità riconosciuta nei duelli televisivi. Viene da una famiglia poverissima di Detroit, allevato da una madre che gli ha pagato gli studi lavando scale dalle cinque del mattino alle undici di sera. Il «dottor» Carson, come tutti lo chiamano, è l'unico che possa tenere testa in campo repubblicano a Donald Trump. Tanto l'imprenditore edile è scamiciato e arruffato, quanto il neurochirurgo nero incarna il modello dell'accademico in giacca e cravatta (preferibilmente rossa a pois su camicia bianca) e pochette nel taschino. Usa una logica elegante ma non è accomodante. Da ragazzo ha partecipato a risse di strada e pensò di avere ucciso un suo coetaneo. Fu così che decise di diventare chirurgo.

Tutti i blog repubblicani che sostengono Carson ricordano che è un vero discendente degli schiavi, mentre Obama è figlio di un intellettuale africano che venne a fare turismo sessuale all'Università delle Hawaii. Del fatto che il dottor Carson abbia eccellenti possibilità si è avuta la misura quando tutto il mondo liberal gli è saltato alla gola quando ha dichiarato in televisione che si dovrebbe impedire l'elezione di un presidente musulmano. Negli Stati Uniti il rispetto almeno formale per le minoranze, razze, generi, religioni, attitudini sessuali, è ossessivo e tassativo. Uscirsene con una dichiarazione simile significa mettere la testa nel cappio e infatti si è preso l'accusa pesantissima di essere un bigot che non vuol dire bigotto ma più o meno razzista. Ben Carson si è difeso con eleganza, dicendo: «Seguo l'islam con attenzione e ho dovuto rassegnarmi al fatto che ogni musulmano è obbligato a seguire la sharia : la legge del taglio della mano e della lapidazione. E ho scoperto che no, la sharia è immutabile, oggi come mille anni fa. Questo è in contrasto con i diritti delle donne, dei bambini, dei gay e di tutte le persone libere. Qualcuno mi smentisca e io cambierò idea». La risposta democratica è stata perfida: il dottor Carson cerca di farsi notare soltanto perché i repubblicani l'hanno lanciato come il loro candidato nero perché non avevano di meglio. A questo punto i liberal neri del partito democratico si sono infuriati perché se è vero che non sopportano l'idea di un nero di destra, meno ancora sopportano che un candidato presidenziale nero sia accusato di essere uno Zio Tom della politica. Carson ha risposto in termini politici sostenendo che la comunità afro-americana farebbe bene a cercare il suo posto fra i conservatori illuminati piuttosto che fra i democratici snob: « I think the Republicans have done a far better job than Democrats in getting over racism » e cioè i repubblicani hanno fatto molto più dei democratici per superare il razzismo. Panico tra le file obamiane già sotto attacco per la fallimentare politica nel medio oriente surclassata da quella muscolare della Russia di Putin.

Obama si era molto compromesso con le primavere arabe e sostenendo i Fratelli musulmani in Egitto e il mondo islamico in generale.

E ora vede crescere un candidato che ha la pelle del suo stesso colore, che chiede uno sbarramento contro la sharia e chiama gli afroamericani a destra.

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