«Nessuno poteva immaginare che Matteo Messina Denaro avesse qui il covo. Mai, in questi anni, ci siamo accorti di nulla»: così don Nicola, parroco della Chiesa Madre di Campobello di Mazara, dove è stato trovato e perquisito il covo del superlatitante arrestato due giorni fa, commenta al Giornale la notizia che coinvolge la sua cittadina. «Davvero lo hanno trovato qui?», risponde incredulo appena saputa la notizia. «L'arresto è stato l'epilogo di un fenomeno che in queste zone andava avanti da anni - sottolinea il sacerdote, parroco nella cittadina da 7 anni - qui il fenomeno è così radicato che ha sconvolto la vita di tante persone. Nessuno poteva immaginare che Matteo Messina Denaro avesse il covo qui. Sa come lo chiamano? L'invisibile, perché è stato così astuto nella sua latitanza».
Possibile che in tutti questi anni nessuno a si sia accorto di nulla? Forse c'è ancora troppa omertà. «Quelli che sono dentro la rete sono omertosi, ovviamente - risponde don Nicola - altrimenti non si spiegherebbero 30 anni di latitanza. Ma tra la gente c'è una certa presa di distanza. La cultura dell'omertà è molto calata rispetto al passato». Cosa succederà ora? Chi prenderà il posto di Matteo Messina Denaro? «L'augurio è che non ci sia un successore. La mafia va dove ci sono i soldi. Se l'economia si risanasse, così come il tessuto produttivo, la mafia scomparirebbe. Diamo più spazio alle aziende pulite».
Don Nicola porta avanti, soprattutto tra i giovani, la cultura della legalità e della verità «Come sacerdote, ma
con me le catechiste e la comunità parrocchiale tutta, cerco di parlare con le parole del Vangelo - conclude - qui c'è anche tanta gente per bene e onesta. Ma soprattutto tra i giovani dobbiamo lavorare in questo senso».
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