C'è un po' di caos nelle amministrazioni del Lazio guidate dal MoVimento 5 Stelle. Fabio Fucci, ex sindaco di Pomezia, è stato sfiduciato dalla sua stessa maggioranza per aver annunciato la candidatura con un'altra lista civica alle prossime amministrative. Fucci aveva messo in discussione la regola del limite dei due mandati.
Quello che sta succedendo a Nettuno, però, sembra avere del paradossale. Almeno dal punto di vista di chi usa definirsi "nuovo" o "diverso" dalla classe politica "tradizionale" o "vecchia".
Nella mattinata di oggi, infatti, cinque dei sei assessori della giunta comunale della città del litorale laziale si sono dimessi. La decisione è stata presa in seguito ai contrasti avvenuti tra la giunta e i consiglieri di maggioranza. Tutti i protagonisti di questa crisi politica, sarà bene specificare, sono espressione dello stesso partito: la formazione guidata da Luigi Di Maio.
Il sindaco Angelo Casto, nonostante i tentativi di mediazione, è sotto scacco. Dieci consiglieri grillini hanno paventato una doppia ipotesi: sfiducia e bocciatura del bilancio nel caso il primo cittadino non avesse ritirato le deleghe al suo vice e a tre dei suoi sei assessori. L'esecutivo, allora, ha praticamente deciso di autoazzerarsi. Filomena Paciello, che ha la delega al Bilancio, è attualmente l'unica che fa ancora parte della giunta del sindaco di Nettuno. "Ringrazio personalmente ciascuno di loro per l'operato e l'indirizzo politico-amministrativo dato fino ad oggi, non posso però non osservare che non condivido questo modo di rassegnare in gruppo le dimissioni perchè tale modalità, è evidente in fatto e diritto, rischia di creare una crisi non politica ma amministrativa", ha dichiarato Angelo Casto attraverso una nota stampa.
I consiglieri di maggioranza - come si legge su Repubblica - hanno sollevato critiche diverse a seconda dei singoli casi: il vice-sindaco Mancini sarebbe politicamente "colpevole" di aver partecipato alle regionali, Fiorillo di aver preso parte alle parlamentarie, mentre l'assessore Pompozzi avrebbe chiesto la certificazione di una lista del MoVimento in vista delle comunali di Anzio. Motivazioni e beghe politiche, insomma, come accade spesso all'interno dei partiti.
Gli assessori interessati dalla possibile sfiducia hanno chiesto che la giunta venisse confermata nella sua interezza. Il sindaco Casto, però, ha accettato le dimissioni. La giunta può essere soggetta a cambiamenti, mentre i consiglieri servono a supportare la tenuta della maggioranza. Le ragioni dei numeri sembrano aver prevalso anche sul purismo pentastellato. A Casto, adesso, il compito di trovare nuovi nomi in grado di soddisfare tanto i consiglieri "ribelli" quanto quelli che avrebbero continuato a sostenere la giunta dimissionaria. Altrimenti la crisi potrebbe inasprirsi e l'amministrazione grillina andare a casa. Ma non è finita.
Gli assessori che si sono dimessi avrebbero chiesto ai vertici del MoVimento l'espulsione dal partito dei dieci consiglieri "ribelli". Un'amministrazione a cinque stelle, insomma, che sembra più un congresso di partito.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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