Coronavirus

Niente ipocrisie se i giovani fanno i giovani

Non finiscono in terapia intensiva, ma sono nei radar del virus. Di quello di oggi, due punto zero, meno invasivo ma più subdolo

Niente ipocrisie se i giovani fanno i giovani

Non finiscono in terapia intensiva, ma sono nei radar del virus. Di quello di oggi, due punto zero, meno invasivo ma più subdolo. I ragazzi ballano senza mascherina, vanno in Croazia e tornano positivi, animano la movida delle mille piazze e non vogliono rimanere imballati dentro l'estate come in uno scatolone. Spiagge bollenti & gioventù: preoccupazione, titoli allarmati dei giornali, un filo di rimproveri. Ma fare la morale fra costumi, decibel sparati e mojito rinfrescanti è un esercizio di dubbia utilità e anche un po' ipocrita. Finita la clausura del lockdown che altro potevamo aspettarci? Se, per fare un esempio, aprono le frontiere, si riempiono gli zaini e si parte. Ci vorrebbe moderazione, ma gli anni del liceo hanno una carica di leggerezza e, talvolta, di sventatezza che non può essere messa sul banco degli imputati. Tutti noi stiamo attraversando questo strano periodo di limbo con una selva di domande in testa: si ripresenterà o no? Ma se n'è andato per davvero o è sempre qui, in agguato? Gli scienziati litigano, i politici navigano a vista: c'è lo stato di emergenza, ma solo un po'. Le regole cambiano e si aggrovigliano ancora una volta: si può viaggiare stipati in aereo, sul Frecciarossa invece si sta distanziati anche se per un giorno avevamo capito il contrario, sui tram c'è un sistema e sui treni dei pendolari un altro.

Rebus e pasticci. Come la scuola che si affida ai futuribili banchi a rotelle, ma i dubbi e le ansie dei genitori sono ancora lì, come pastiglie che non si sciolgono nel bicchiere delle nostre certezze. Meno prediche, per favore, e profezie vagamente apocalittiche. Poche regole, meglio se chiare, anzi cristalline: le mascherine sono un obbligo? Le si imponga, allora, senza infarcire le nuove generazioni con decaloghi improbabili e alla fine confusi. Chi oltrepassa le frontiere dev'essere tracciabile nei suoi spostamenti e, se necessario, sottoporsi al tampone? Si proceda. E semmai si lanci un unico messaggio a chi ha accettato con paziente disciplina le restrizioni dei mesi scorsi: attenti ai nonni e ai più fragili, problema che peraltro si riproporrà a settembre sul portone di asili e elementari. L'attenzione é un bagaglio necessario dell'educazione e puó scongiurare altri disastri. Senza allarmismi.

E senza nulla togliere alle vite cariche di voglia di vivere.

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