"Niente lunedì nero in Borsa, ma massima cautela"

Il presidente di Azimut Pietro Giuliani: "I mercati credono in un accordo. Ora diversificare e ridurre i rischi"

"Niente lunedì nero in Borsa, ma massima cautela"
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La parola passa ai mercati. Oggi si avrà la prima reazione a caldo delle Borse ai dazi al 30% indicata dal Donald Trump nella lettera invita all'Unione Europea. Dopo la sbandata iniziale post Liberation Day del 2 aprile, i mercati negli ultimi mesi hanno accantonato ogni timore legato alla guerra commerciale. Un eccesso di ottimismo che sottostima i rischi attuali. Il Giornale ne ha discusso con Pietro Giuliani, presidente e fondatore del Gruppo Azimut.

Giuliani, si è passati da un accordo vicino a possibili dazi al 30%, un livello che fa un po' tremare. I mercati come la prenderanno?

"Trump ci ha abituati che non c'è niente di normale e quindi la lettera di sabato sorprende fino a un certo punto. La reazione iniziale dei mercati dovrebbe comunque essere composta, non mi aspetto niente di esageratamente negativo sulle Borse, nessun lunedì nero. Questo non vuol dire che sia la reazione corretta se si guarda al medio periodo. Bisogna stare molto attenti perché queste lettere potrebbero dimostrarsi non essere solo una mera tattica negoziale".

Intende dire che una correzione delle Borse è dietro l'angolo?

"Venerdì Wall Street ha chiuso sui nuovi massimi e anche Piazza Affari segna +20% da inizio anno con il Ftse Mib ai massimi dal 2007. Questo ci dice che i mercati danno per scontato che un accordo di massima possa essere raggiunto entro il 1° agosto o in alternativa che la deadline venga estesa nuovamente".

Invece

"Chiaramente i mercati stanno facendo una scommessa rischiosa per tre motivi. Il primo è che risulta impensabile che così tanti accordi commerciali vadano in porto in contemporanea, in neanche venti giorni. Secondo, Trump ha un urgente bisogno di aumentare gli introiti fiscali dopo aver approvato una manovra fiscale da oltre 3mila miliardi di spesa aggiuntiva in dieci anni e non ha certamente nascosto le sue intenzioni di fare leva sui dazi come strumento principe per raggiungere questo obiettivo. Terzo, oltre ai dazi al 30% gli Stati Uniti imporranno dazi settoriali specifici che sommati non potranno non avere un impatto negativo su crescita globale e al rialzo sull'inflazione negli Usa. Questa situazione di base potrebbe portare a fasi correttive, non escludo che proprio agosto si riveli un mese critico viste le scadenze a livello di trattative commerciali".

Cambierebbe qualcosa nel caso in cui l'Europa decidesse di fare la voce grossa?

"La Cina ha fatto così e al momento la sua strategia ha pagato, ovviamente resta il fatto che Trump ha bisogno di quei soldi".

Si parla tanto di diversificazione, quali consigli si sente di dare per chi naviga sui mercati?

"La cautela è d'obbligo, visti anche i livelli a cui viaggiano le Borse. La ragione dice che i soldi a Trump servono e un po' di casino ci sarà.

Pertanto, meglio avere un portafoglio meno aggressivo, cautela nei prossimi 3-6 mesi ed estrema diversificazione, soprattutto andando a cercare settori industriali più difensivi che sono un po' meno coinvolti nella bagarre dei dazi, un po' di di oro e anche obbligazionario dei mercati emergenti che in una logica di diversificazione possono avere significato. Scalare una-due marce rispetto al profilo di rischio normale è più che sensato in questa fase".

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